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Oggi pomeriggio, presso la sede della Cisl Messina, si è svolto il direttivo della federazione dei lavoratori delle banche, in cui il segretario provinciale della First Cisl Antonio Mangraviti, ha denunciato lo stato in cui versa almeno la metà dei comuni in provincia di Messina, che non sono serviti dalle banche. le ripercussioni principali di questo processo di desertificazione bancaria  riguardano il forte ridimensionamento che colpisce gravemente tutto il settore.

«Nel 2018 – ha detto Mangraviti – sono proseguite le uscite di personale per gli effetti di piani industriali che puntano al contenimento del costo del lavoro e a cui sembra sfuggire una visione strategica di vicinanza al territorio nella funzione sociale di volano per lo sviluppo locale. Se nell’ultimo decennio si è avuta una diminuzione dei lavoratori bancari di circa il 35%, in alcune grandi banche, un tempo fortemente radicate, si è registrata, solo nell’ultimo triennio a Messina, una diminuzione del personale pari a circa il 25%. Per quel che riguarda invece la presenza sul territorio – ha aggiunto il segretario della First – nell’ultimo anno sono state chiuse circa il 10% delle agenzie. A fronte di tutte queste uscite, si sono verificate solo sporadiche assunzioni, mentre, nella stragrande maggioranza delle aziende di credito, il turn over è completamente bloccato e da diversi anni non vi è stata alcuna assunzione di personale. L’obiettivo della digitalizzazione e delle canalizzazione della operatività su canali telematici, che le aziende di credito perseguono, dovrebbe ridurre, fino a farlo scomparire, il ruolo del “cassiere”; permangono invece file allo sportello e strutture informatiche ancora lungi dall’essere efficienti».

Un esempio di queste difficoltà, è quello della vertenza con Unicredit per la quale è in atto la mobilitazione nazionale e la possibilità di proclamare lo sciopero in caso di esito negativo della trattativa in corso. Ha destato grande preoccupazione il destino della sede operativa dell’Irca di Messina, l’Istituto di credito regionale nato dalla fusione, per incorporazione, di Crias ed Ircac. Qualora il provvedimento, che è al vaglio della Commissione Attività Produttive e della Commissione al Bilancio dell’A.R.S., portasse alla chiusura della sede di Messina, distintasi per l’importante lavoro svolto ai fini dell’accesso al credito agevolato, creerebbe un danno alle imprese e alla nostra comunità. «Bisogna intervenire per evitare quello che è già successo, in modo irreparabile, con la chiusura della filiale di Messina della Banca d’Italia – ha ricordato Tonino Genovese – evitando in tal modo che il territorio sia depredato delle strutture finanziarie di cui dispone al servizio della collettività. Serve una vicinanza maggiore al nostro territorio e non ulteriori chiusure di agenzie».