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Non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo fare come gli struzzi! Nascondere la testa sotto la sabbia non servirebbe a nulla. Rimini, Firenze, Torino, Roma e Catania sono le città protagoniste delle amoralità sessuali che, singolarmente o in gruppo, vengono attuate sia da parte degli immigrati che degli italiani.

Lo stupratore, non ha colore né dignità, è solo un animale che ha perso la dimensione razionale, morale, sociale, affettiva, noetica e sessuale. È importante notare che le reazioni a una violenza sessuale sono specifiche a seconda del tipo di violenza. Vi sono studi sugli effetti di un’aggressione sessuale sui bambini; sull’incesto da parte dei genitori sulle donne; sulle donne durante una guerra; su militari donne. Più rari sono gli studi sulle aggressioni sessuali ai danni degli uomini, la cui frequenza è, a detta degli operatori, largamente sottostimata. Un caso a parte è quello della violenza domestica. Dopo un’aggressione sessuale, la persona può vivere reazioni di diverso genere, non c’è una risposta univoca: alcune persone reagiscono immediatamente, altre dopo molto tempo; alcune persone rimangono traumatizzate, altre recuperano. Nelle prime fasi dopo l’aggressione, molte persone riferiscono stati di: shock, confusione, ansia e intorpidimento. Alcune persone negano l’accaduto, cioè non riconoscono pienamente l’accaduto oppure minimizzano l’intensità dell’esperienza vissuta. Ciò è più frequente quando l’aggressore è un conoscente della vittima. Nei primi giorni e settimane che seguono l’aggressione, è molto normale per una persona sperimentare emozioni molto intense e talvolta imprevedibili. Il ricordo dell’accaduto può ripresentarsi alla mente a più riprese, e gli incubi non sono rari. Alcune persone riferiscono di avere difficoltà a concentrarsi e a dormire. Alcune persone presentano dei sintomi estremamente gravi, che impediscono alla persona di chiedere aiuto oppure di parlare dell’accaduto con amici e familiari. Si parla in questo caso di Sindrome acuta da stress (Acute Stress Disorder ASD). I sintomi includono: il sentirsi intorpidito e distaccato come se si stesse vivendo un sogno, e percepire il mondo esteriore come strano e irreale; difficoltà a ricordare dettagli importanti dell’aggressione; rivivere l’aggressione con pensieri ossessivi, ricordi, incubi; evitare luoghi e cose che ricordano l’aggressione e ansia crescente. Altre reazioni a un’aggressione sessuale possono essere: depressione grave (Major Depressive Disorder MDD): le ricerche dimostrano che almeno 1/3 delle vittime di stupro vivono almeno un periodo di depressione grave, e che il 17% delle vittime si suicida; rabbia: benché dopo un evento del genere una reazione di rabbia sia sana e normale, alcune ricerche suggeriscono che una rabbia intensa e prolungata nel tempo può interferire con il processo di guarigione; senso di vergogna e colpa: questi sentimenti sono molto normali dopo un’aggressione sessuale. Alcune donne biasimano sé stesse per l’accaduto. Questo è ancora più frequente se l’aggressore è un conoscente oppure se le vittime non ricevono aiuto da parte di familiari, amici, autorità. Il senso di vergogna e colpa può anche impedire alla donna di raccontare ad altri l’accaduto; Problemi sociali e relazionali: alcune donne diventano troppo ansiose o depresse per voler continuare ad avere una vita sociale e il rendimento sul lavoro ne risente; Problemi sessuali: la vittima può temere ed evitare ogni tipo di contatto; Alcool e droga: rispetto a donne che non hanno subito tale esperienza, le donne sopravvissute a uno stupro hanno 3-4 volte maggiori possibilità di fumare marijuana, 6 volte di far uso di cocaina, e 10 volte di far uso di droghe più pesanti. Quasi sempre chi ha vissuto un trauma riesce a mettere in atto delle strategie per difendersi dal dolore. Alcune di queste strategie però, apparentemente efficaci in un primo momento, possono in seguito divenire veri e propri disagi. Talvolta ad esempio si cerca di calmare l’ansia e le preoccupazioni assumendo alcool, droghe o eccedendo con gli psicofarmaci, ma col tempo questo può diminuire le energie per affrontare la situazione. Così pure l’oblio e la minimizzazione possono impedire di affrontare il problema. Con il tempo, se non si è ricevuto il sostegno adeguato, si possono sviluppare conseguenze e disturbi più evidenti e definiti, come attacchi di panico, fobie, disturbi alimentari, disturbi del sonno (incubi, sogni ricorrenti), malesseri o malattie di tipo psicosomatico, dipendenza da sostanze. Si parla in questo caso di sindrome post-traumatica (Post Traumatic Stress Disorders PTSD). Gli stupri ci sono sempre stati e per ridurli bisognerebbe sollecitare i legislatori a promuovere leggi a favore di una sessualità che possa puntare sempre di meno su forme repressive e soprattutto vi sarebbe la necessità d’introdurre l’insegnamento dell’educazione sessuale all’interno delle scuole.

Salvatore Bucolo