Condividi:

La poesia (dal greco ποίησις, poiesis, con il significato di “creazione”) è una forma d’arte che crea, con la scelta e l’accostamento di parole secondo particolari leggi metriche, un componimento fatto di frasi dette versi, in cui il significato semantico si lega al suono musicale dei fonemi. La poesia ha quindi in sé alcune qualità della musica e riesce a trasmettere concetti e stati d’animo in maniera più evocativa e potente di quanto faccia la prosa, dove le parole non sottostanno alla metrica.

Siccome la lingua nella poesia ha una doppia funzione di vettore sia di significato sia di suono, di contenuto sia informativo sia emotivo, la sintassi e l’ortografia possono subire variazioni (le cosiddette licenze poetiche).

A questi aspetti della poesia si aggiunge un altro fattore e ciò quando una poesia, anziché essere letta direttamente, viene ascoltata: con il proprio linguaggio del corpo e il modo di leggere, il lettore interpreta il testo, aggiungendo la dimensione teatrale della dizione e della recitazione.

La poesia è nata prima della scrittura: le prime forme di poesia erano orali, come l’antichissimo canto a batocco dei contadini e i racconti dei cantastorie. Nei paesi anglosassoni la trasmissione orale della poesia era molto forte e lo è ancor oggi. Successivamente fu accompagnata dalla lira, strumento musicale utilizzato a quell’epoca.

Nell’età romana la poesia si basava sull’alternanza tra sillabe lunghe e sillabe brevi: il metro più diffuso era l’esametro.

In Italia la poesia, nel periodo di Dante e Petrarca si afferma come mezzo di intrattenimento letterario e assume forma prevalentemente scritta: Intorno alla fine del quattrocento prese piede anche la poesia burlesca.

Nel XIX secolo, con la nascita del concetto dell’arte per l’arte, la poesia si libera progressivamente dai vecchi moduli e compaiono sempre più frequentemente componimenti in versi sciolti, cioè che non seguono nessuno schema particolare e spesso non hanno nemmeno una rima.

Via via che la poesia si evolve, si libera da schemi obbligati per poi diventare forma pura d’espressione.

Il concetto di poesia oggi è molto diverso da quello dei modelli letterari; molta della poesia italiana contemporanea non rientra nelle forme e nella tradizione, e il consumo letterario è molto più orientato al romanzo e in generale alla prosa, spostando la poesia verso una posizione secondaria.

Inoltre, con l’avvento di internet la produzione e il consumo della poesia sono aumentati notevolmente: secondo le fonti di internet, ogni anno 4 milioni di poesie vengono pubblicate sulla rete, in migliaia di siti di scrittura on-line.

Vi sono diverse forme di componimento poetico – oltre ai poemi:

La poesia didascalica, che è quella che mira a insegnare poeticamente verità utili all’uomo. Comprende componimenti quali:

l’epistola, la satira, l’epigramma, la favola, l’epicedio, la ballata, la quartina, la sestina e la canzone.

La poesia, per me, è pastore e custode dell’animo umano. Mi spiego meglio: pastore, in quanto conduce l’animo umano verso il creatore. Conduce il finito all’infinito. L’immanente al trascendente. Il fisico al metafisico. Ed è poi in un secondo tempo custode perché ha la finalità di custodire il poeta, di fare sì che lo strumento e cioè il poeta, non venga mai meno nei confronti dell’agente principale che è la poesia medesima, frutto di comunicazione tra il creatore e la creatura, tra Dio ed il poeta. Il poeta è solo l’agente strumentale e mai principale della poesia. Il processo teleologico e cioè finalistico della poesia medesima è quello di condurre e custodire il poeta e la poesia – l’Autore della poesia che è Dio e l’editore che è il poeta medesimo!

La poesia, come del resto l’arte non è altro che la comunicazione tra l’uomo e Dio. Dio si esprime per mezzo della pittura, della scultura, della letteratura, della musica, della religione, della poesia, della natura che è la poesia più bella e perfetta che Lui stesso abbia posto in essere?

Deus sive natura  –  Dio ossia la natura!

Termino questa mia riflessione con la denunzia di alcune poesie tratte dal mio volume desiderio di metafisica edito da Grauseditore di Napoli – e vi comunico che la poesia per me è stata custode e pastore della mia vita, di tutta la mia esistenza! Mi è stata conforto, guida, speranza, luce che ha illuminato il buio fitto e l’assordante silenzio che spesso hanno fatto visita al mio cuore, ai miei sentimenti, alla mia fede. Non mi ha mai abbandonato, mi è sempre stata vicina anche quando tutto sembrava finire. Da dietro le sbarre, ove il diabolico marchingegno di menti disoneste mi avevano mandato, essa ha continuato ad essere per me, per il poeta Salvatore Bucolo, Pastore e Custode dell’animo umano. – Eschaton: che tratta la condizione della vita terrena e la transitorietà da cui ne viene determinata. Da qui il già ed il non ancora! L’escatologia che tenta di farci vedere oltre il finito e che ci proietta nell’al di là!

Éschaton

Osservare, fissare, ammirare, contemplare…

All’ombra d’un fico velocemente scorreva,

incastonata nell’antica galleria di mattoni rossi,

trascinando tutto ciò che incontrava nell’obbligato percorso.

Arrivata nell’angolo trottava, risucchiando innocenti oggetti

dal leggero peso e portando a galla trasparenti consanguinei,

che, stanchi per il lungo viaggio: arresi s’erano.

Immortalare, afferrare, catturare, contenere…

Irrefrenabile continuava a scendere a valle,

incurante dei passeggeri, che, arresi a così tanta veemenza:

vollero pregare.

Scesa la temperatura e calato il sole cocente,

compresero la necessità del già e del non ancora,

che nella notte della contingenza si disvela

e nel giorno dell’odissea si nasconde…

 

Buio fitto, ormai, si professava e forti musiche naturali s’imponevano,

guidate da saggi maestri che rendevano adorabile l’ascolto d’un incantato dì.

 

 

Salina, una delle 7 isole Eolie che amo enormemente e dove sono solito passare le mie vacanze estive.

 

Salina

Contemplo monti di conchiglie dal sonoro canto

che immersi in schiumose acque evaporano

lasciando l’oceano senza mare.

Distese di capperi ammantano l’orizzonte

innocenti palme adornano l’incenerito cratere

e minute viuzze la malvasia trasformano

menando le genuine anime nella conca di zolfo.

La malvasia lo spirito ha inebriato

e l’anima avvizzita…

 

Formiche, api e farfalle in cortea sfilano

indossando gli abiti più belli

e sorridendo alla brillante luna

che contrapposta al lucente sole

l’ecclissi fa sgorgare dall’indurito masso

spaccando così gli equilibri cosmici.

Desiderio di Metafisica, da cui prende nome la mia raccolta di poesie:

Desiderio di metafisica

Comico masso di campagna,

prigione dell’irrequieto palpito

che, durando, porta la pena della sua forma

in cui scorre e stagna la mobile e fluida vita

che fuori dall’illusione realtà non trova.

Rozza pietra, avvertimento del contrario,

ove zampilla il caos e paralizza l’anima:

grande come l’aria, piena di sole e di nuvole,

aperta a tutti i venti, superflua e misteriosa

materia di prodigi che si solleva e disperde

in favolose lontananze.

 

Eternità Beata. Voglio concludere con questa poesia, che è una preghiera, frutto non degli studi teologici, che ho affrontato per 10 lunghi anni, bensì di comunicazione dell’anima che anela zelante a Dio!

 

Eternità Beata

C’è vento nella mia vita, Signore,

ma il Tuo alito mi guida

oltre gli orizzonti che vorrei.

Con Te navigo su mari senza tempeste

volo su cieli assenti di nuvole

vedo terre piene di pace.

Alla Tua cattedra capisco

che il valore della vita è assoluto

e che l’uomo senza di Te è solo.

Nella Tua tenda comprendo

quanto può essere pericoloso

il creato senza il Tuo Dio.

La Tua immagine, oh Cristo, sopra ogni cosa

la Tua volontà, oh Salvatore, sopra ogni principio

il Tuo Spirito, oh Dio, in ogni vivente.

Mi disperdo, Fratello dei poveri e

mi dispero, sposo della Chiesa

nel seguire l’effimero potere del mondo.

Mi consoli la Tua madre Maria

nel quotidiano soffrire, e mi difenda

l’avvocata celeste dalla cecità eterna.

Eccomi… Eternità Beata…

a cura di Salvatore Bucolo