Il Torrente Patrì è costellato lungo il suo corso in una sorta di discarica a cielo aperto, nel corso del tempo sono state numerose le segnalazioni da parte di Legambiente del Longano, che fotografa una situazione al limite della tollerabilità, evidenziando un vero e proprio degrado ambientale.
In seguito alle numerose denuncie pervenute ai Sindaci del territorio sui cui ricade l’asta fluviale in oggetto e alla Procura della Repubblica, si evince che attivamente quest’ultima insieme al Comando dei Carabinieri ha posto numerose zone sotto sequestro, nonostante ciò l’illecito permane e numerosi siti del Patrì di rilevanti dimensioni restano adibite illecitamente allo smaltimento di rifiuti di vario tipo, abbandonati in modo incontrollato, si evidenziano: carcasse di elettrodomestici, rifiuti dell’attività di costruzione e demolizione, latte di vernici, materiali da costruzione contenenti sostanze pericolose, deiezioni animali, pneumatici etc… e cosa ben più grave lastre di eternit lesionate in più parti che potrebbe comportare e che già in buona parte hanno compromesso l’ambiente per aerodispersione delle particelle di amianto contenute. Infatti nelle recenti e molteplici denunce è stato anche evidenziato che in molte di queste micro discariche si rinvengono rifiuti contenenti amianto, costituiti, in prevalenza, da lastre ondulate di copertura, vasche per la raccolta di acqua e tubazioni. Tali manufatti sono, quasi sempre, danneggiati ed essendo, inoltre, esposti agli agenti atmosferici, agli sbalzi termici e all’azione di microrganismi, si presentano, di norma, deteriorati in superficie. Il loro cattivo stato di conservazione determina affioramenti delle fibre di amianto e fenomeni di liberazione delle stesse. Tale situazione è ulteriormente aggravata dai fuochi che ignoti con cadenza giornaliera appiccano ai rifiuti abbandonati illecitamente che oltre a causare un gravissimo inquinamento ambientale, producono un inaccettabile rischio per la salute dei cittadini
L’associazione ambientalista continua a denunciare quindi il continuo progressivo e inarrestabile degrado del torrente Patrì; ormai ridotto a una grande pattumiera, rendendo necessarie iniziative di controllo e contrasto.
Anziché essere trattati e gestiti secondo le norme, che ne assicurano lo smaltimento in regime di sicurezza ambientale e sanitaria, i rifiuti speciali vengono nascosti e così avvelenano l’aria, contaminano le falde acquifere, inquinano i fiumi e le coltivazioni agricole, minacciano la salute dei cittadini, contaminando con metalli pesanti, diossine e altre sostanze cancerogene i prodotti alimentari.
Nonostante le numerose segnalazioni quindi degli ultimi tempi, fa notare Carmelo Ceraolo, l’annoso problema delle discariche abusive non sembra essersi attenuato. «La situazione, è rimasta pressoché inalterata: i rifiuti ingombranti e gli inerti sono ancora là e le strade ai varchi di accesso del torrente sono ancora percorribile da auto e camion che possono continuare a versare rifiuti»
Non meno rilevante e’ il fatto che i rifiuti, abbandonati sul greto del torrente, in caso di eccezionali eventi alluvionali, potrebbero essere trasportati fino a mare con conseguente possibilita’ di inquinamento delle acque e dei fondali, ovvero formare pericolose ostruzioni con possibili deviazioni del normale flusso idrico e, costituire potenziale pericolo per la pubblica incolumità.
“E’ stato accertato – evidenzia Carmelo Ceraolo – che tali rifiuti occupano anche l’area demaniale e fluviale e di restrizione della sezione di deflusso, tale situazione rappresenta un rischio sia per la salute pubblica quanto per la privata incolumità”.
L’obiettivo è effettuare la chiusura di tutti gli accessi per evitare lo smaltimento incontrollato e abusivo di inerti e materiali vari agli argini del torrente che scorre tra i territori dei comuni di Rodì Milici, Fondachelli Fantina, Castroreale, Terme Vigliatore e Barcellona Pozzo di Gotto.
Il tutto al fine di interrompere questi comportamenti illeciti da parte di soggetti del settore delle costruzioni i quali disattendono il rispetto dell’ambiente grazie in primis all’inefficacia dei controlli .
Legambiente ritiene che, in assenza di efficaci iniziative per contrastarlo, il fenomeno di proliferazione delle micro discariche all’interno del torrente Patrì stia assumendo, rispetto anche al recente passato, dimensioni sempre maggiori e preoccupanti. Aree che potrebbero diventare di enorme interesse naturalistico vengono profondamente alterate e ridotte, in alcuni casi, a posti di estremo degrado, cagionando danni ambientali e paesaggistici assai rilevanti, nuocendo all’immagine stessa di un paese che l’inciviltà di determinate persone non fa crescere.