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Il territorio di Barcellona Pozzo di Gotto compreso tra il Torrente Mela e il Torrente Patrì vanta un patrimonio che va da preesistenze Preistoriche , Protostoriche e Storiche di indubbio valore.

Legambiente del Longano, al fine di tutelare i siti presenti nel Comune da incuria e abbandono sottopone agli organi in indirizzo la situazione di degrado in cui versa la Grotta Mandra situata sulle pendici orientali di Monte S. Onofrio, con un altitudine di 307 metri, centro fortificato che si trova vicino alla frazione di Acquaficara, scoperto nel 1974 dall’Architetto Pietro Genovese, è indicato dallo stesso come probabile sito dell’antica Città di Longane che nel periodo Siculo – Sicano e successivamente Greco sembra dominare un vasto territorio circostante.
La Grotta Mandra riferibile al Neolitico Inferiore presenta in una parete alcuni grandi occhi , simbolo diffuso già nel Neolitico dalla civiltà di Stentinello .
La Grotta Mandra oggi poco visibile per la folta vegetazione spontanea è diventata per i fruitori della S.Provinciale 82 che da Barcellona Pozzo di Gotto raggiunge Castroreale luogo di abbandono di rifiuti di ogni sorta.

“Legambiente del Longano intende portare pertanto alla pubblica attenzione la Grotta Mandra, – si legge nella nota dell’associazione ambientalista – in cui l’incuria da parte degli enti preposti l’ha portata a diventare una micro discarica, si fa appello affinché si bonifichi l’area, si sottoponga a scerbatura e si doti di segnaletica al fine di renderla visibile e fruibile, così da restituire il bene alla collettività. Il ripristino di questi elementi d’identità è un processo fondamentale oltre che di grande responsabilità per la vita futura del luogo dei luoghi , anche in termini di sviluppi relazionali, sociali, materiali nonché turistici.
E’ da anni che ci battiamo per la salvaguardia del nostro immenso patrimonio, – continua – ma tagli e scarsissima attenzione da parte delle istituzioni lo mettono continuamente a repentaglio, con grave danno non solo per la nostra storia che, a volte, viene cancellata, ma anche per l’economia. Un bene che può essere reso fruibile ma chiuso significa, infatti, meno attrazione turistica, quindi minori entrate. Il nostro obiettivo è quello di evitare il disfacimento del nostro patrimonio.
Ricordiamo infine che i beni culturali, di cui è ricchissimo il nostro territorio, rappresentano un patrimonio collettivo, un bene comune di valore inestimabile, rappresentano le nostre radici e la nostra identità ed è compito di ognuno di noi preservarli e permettere che anche i nostri posteri possano goderne”.