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Ampia intervista scritta, a cura di Rita Sberna al nostro poliedrico collaboratore, il professore Salvatore Bucolo, teologo e catecheta, bioeticista e sessuologo, pedagogista e cognitivista, giovane siciliano e intraprendente, amante della propria terra e del suo lavoro.

Tra le sue tante passioni vi è il giornalismo, la poesia e la politica ma Bucolo è anche impegnato sul sociale e sulla vicinanza agli ultimi.

Sin da piccolo nasce in te il desiderio di stare vicino agli ultimi. Ci racconti?

Sono cresciuto in una piccola comunità della provincia di Messina e l’unico ambiente che sin da bambino ho avuto modo di frequentare è stato quello della mia parrocchia. Li ho avuto modo per mezzo di un’anziana suora calabrese, Vittoria Gangemi (di santa vita), di incontrare Gesù Cristo. Da questo magico incontro è nato il mio desiderio di dedicarmi agli ultimi e di seguire questo antico e sempre nuovo messaggio d’Amore di cui il giovane di Nazareth si è fatto Autore!

Quando sei avvicinato alla fede e quanto conta nel suo lavoro?

Come dicevo prima sin da piccolo ho ricevuto il “Dono” gratuito della fede che Dio mi ha voluto fare e da lì è nata la mia generosa risposta di adesione. Una risposta immediata e ricca di fiducia nella misericordia che Dio è solito riservare a noi poveri e fragili peccatori. La fede per me è sempre stata custode e pastore del mio essere. Essa mi ha fatto vedere e sentire cose e linguaggi invisibili. Mi ha custodito e preservato dal male, mi ha sempre guidato verso il Sommo Bene, mi ha nutrito, saziato, ristorato e introdotto nella percezione di una realtà ultra terrena. Mi ha fatto capire che viviamo nel già e nel non ancora e pertanto la dobbiamo coltivare affinché essa (la fede), una volta davanti all’Altissimo ci possa servire da “estimo” di quanto abbiamo saputo credere e amare Dio e il nostro prossimo. Ergo, nel mio lavoro, essa è di fondamentale importanza e rilevanza!

Ci parli del suo lavoro con i diversamente abili e con gli immigrati?

Dopo gli studi pontifici in teologia, teologia catechetica, bioetica e sessuologia, mi sono dedicato all’approfondimento universitario, presso l’Università Statale di Messina, delle Scienze Cognitive e Pedagogiche con maggiore riguardo all’Educazione Sociale, alle Diverse Abilità, alla Pedagogia Sociale Interculturale e  subito dopo aver conseguito le diverse Lauree statali, nelle discipline di cui prima, ho avuto modo di conoscere il dottore Santi Biondo di Barcellona Pozzo di Gotto (Me), il quale mi ha proposto di collaborare con l’AIAS di San Filippo del Mela e di Tremestieri (Me) di cui è direttore. Lì ho avuto modo di fare la mia prima esperienza professionale con i diversamente abili e di rendermi conto che non esistono i disabili ma vi sono i magicamente abili, in quanto ci sono molti diversamente abili che pur non potendo dipingere con le mani lo fanno con i piedi, mentre tanti “normali” non sanno né dipingere né suonare uno strumento musicale né recitare né realizzare una scultura, ecc… Dopo mi sono occupato, come pedagogista, di Minori Stranieri non Accompagnati divenendo Coordinatore del Centro di Prima Accoglienza “Rosselli” di Fondachelli Fantina in Messina, in seguito ho ricoperto il ruolo di Coordinatore di uno SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) e oggi continuo la mia libera professione come Educatore Sociale nel mondo dell’immigrazione. Della mia esperienza con gli immigrati le posso dire che sono una risorsa inesauribile di cultura e fede religiosa. Ho riscontrato in loro grande generosità (pur non avendo nulla di beni materiali), immensa bontà di animo, slanci di affetto incredibili, smisurato senso di rispetto per la nostra religione e per il nostro amato Papa Francesco, che loro sono soliti definire il “Grande Nonno” oppure il “Nostro Amico” «…noi vogliamo bene al nostro “Amico Francesco”». Questa la frase più ricorrente che sono soliti esprimere nei confronti del Santo Padre, che vedono come un loro salvatore e io non perdo occasione per spiegargli che Papa Francesco “Lavora per Gesù e che è Lui che suggerisce al cuore del Sommo Pontefice di adoperarsi per la difesa, tutela e promozione dei figli di Dio che stanno lasciando l’Africa in cerca di aiuto e di speranza nella realizzazione di una nuova vita, ove vi possa essere pace, serenità e tanto amore!

Cosa le hanno insegnato queste persone?

Che siamo noi ad avere bisogno di loro e che non abbiamo nulla. Davanti al loro grande cuore noi siamo poverissimi (mi riferisco sia ai magicamente abili che agli immigrati).

Ha pubblicato vari libri che vantano della prefazione di Sua Eminenza Cardinale Giovanni Coppa e di Sua Eccellenza Mons. Enrico Dal Covolo e ne sta per uscire un terzo. Di cosa parlerà?

Ho pubblicato già due volumi e cioè “Desiderio di Metafisica”, con prefazione di Sua Eminenza il Sig. Cardinale Giovanni Coppa, che è una raccolta di alcune delle mie poesie e “La Cultura della Solidarietà a Fondamento della Sicurezza Urbana”, con prefazione di Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Enrico Dal Covolo, ove affronto il tema dell’Educazione Morale per garantire sviluppo sociale. Attraverso un approccio multidisciplinare, presento, per la città di Messina, una proposta di progettazione ambientale per un’urbanizzazione solidale, basata su importanti studi moderni che teorizzano un rinnovamento urbano la cui manutenzione sia affidata agli stessi cittadini. Base essenziale di una cultura che si fondi sulla solidarietà è l’atto educativo come insieme di teorie e prassi, una pedagogia interculturale per una visione “ecologica” dell’area urbana. Inoltre, scatto una fotografia nitida di tre quartieri di Messina, in cui si registra un incremento dei fenomeni che minacciano la sicurezza e un sistema politico poco attento a garantire sviluppo. In un contesto socio culturale di poche speranze, per superare la crisi bisognerebbe far nascere nuovi progetti che possano contribuire al rilancio economico. A breve uscirà il terzo che tratterà della mediazione sociale, culturale, familiare, legale e scolastica.

Per anni è stato impegnato in politica, ricoprendo la carica di consigliere comunale, poi come assessore e infine Sindaco. Quest’ultima carica le ha portato una esperienza di carcerazione. Come ha affrontato tutto questo?

Le posso dire che, il mio impegno politico e amministrativo, è stato e continua a essere un qualcosa di molto travagliato e mi spiego meglio: ho svolto il mio servizio amministrativo-, come Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’IPAB Regionale “Barone Ignazio Foti” del Comune di Basicò (Me)-, politico come consigliere comunale, poi come assessore ai BBCCAA e infine come Sindaco. In merito a quest’ultimo mio servizio, a questo mio ruolo di sindaco, le debbo palesare il disagio di aver vissuto una spiacevole esperienza che sul finire del mio mandato da primo cittadino mi ha visto tradotto in carcere preventivo per presunto peculato. Da qui l’apertura della mia “Historia Calamitatum” fatta di delegittimazioni, che comunque mi ha rafforzato interiormente e nella fede. Sono riuscito con l’aiuto di Dio ha trasformare una esperienza dolorosa e difficile, come quella del carcere, in un’esperienza feconda, che mi ha consentito di incontrare quel Cristo che pur avendo le mani inchiodate mi benediva, mi sorrideva, mi stava accanto nella cella e mi invitava ad andare avanti, a sperare in una immediata liberazione in quanto estraneo a quelle calunnie che per questioni di politica mi avevano attribuito!

Cosa sogna per la sua amata Sicilia?

Sogno che la mia terra possa trovare una leader che sappia dare fiducia e speranza ai siciliani. Un uomo che possa amare veramente questa terra dura, faticosa ma anche tanto generosa. Uno che sappia creare le occasioni di sviluppo e di lavoro che sono le condizioni essenziali per consentire a ognuno dei vivere una vita nella legalità! Le voglio fare un esempio che non mi stancherò mai di ripetere: “È difficile chiedere a un padre di famiglia, che deve sfamare i propri figli, di vivere nella legalità se poi è costretto ad andare a rubare in quanto gravemente disoccupato”.

https://www.youtube.com/watch?v=r0wYwLOVVng Serve sviluppo, lavoro e solidarietà, affinché a tutti si possa dare una possibilità. Il mio sogno è quello di fare ripartire l’economia per rimettere in moto questa meravigliosa terra di Sicilia!!!

Servizio di Rita Sberna