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Il docente universitario, critico letterario e poeta, Antonio Catalfamo, ha voluto ricordare la figura del professore Carmelo Romeo, scomparso in questi giorni, a causa di un male incurabile, per lunghi anni docente di Storia della filosofia presso la Facoltà di Magistero e, poi, di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Messina.

Catalfamo ricorda di averlo incontrato la prima volta ad un convegno da lui organizzato, nel 2005, nella sala delle proiezioni cinematografiche del circolo Arci “Città Futura” di Barcellona Pozzo di Gotto, sulla figura di Ludovico Geymonat, padre della Filosofia della scienza italiana e titolare della prima cattedra della disciplina sorta, nel secondo dopoguerra, presso l’Università Statale di Milano. Tra i relatori, oltre a Catalfamo e a Mario Geymonat, figlio di Ludovico e professore ordinario di Lingua e letteratura latina all’Università Ca’ Foscari di Venezia, c’era il filosofo Giuseppe Prestipino, già docente presso l’Università di Siena, ma originario dell’area nebroidea della provincia di Messina e a suo tempo Deputato all’Assemblea Regionale Siciliana nelle file del Partito comunista italiano. Carmelo Romeo, oltre che interessato all’argomento, era venuto in macchina da Messina proprio per incontrare Prestipino, che non vedeva da anni e al quale era legato da profonda amicizia.
“Era nato da qui un rapporto sempre più continuativo di Catalfamo con Romeo, che, tenendo conto dell’alta qualità dei convegni organizzati da questi come direttore del Centro Studi “Nino Pino Balotta”, aveva preso a frequentare assiduamente questi incontri. Il rapporto si era poi trasformato in collaborazione, quando Carmelo Romeo aveva fatto chiamare Catalfamo a far parte, come cultore, della commissione di esami di Storia della filosofia contemporanea, presso la cattedra da lui retta alla Facoltà di Scienze della Formazione di Messina.
Catalfamo ha voluto sottolineare lo scrupolo e il rigore, che Carmelo Romeo soleva trasfondere nelle sue lezioni universitarie e negli esami, nei quali sapeva conciliare estrema serietà ed equanimità. Ha evidenziato, inoltre, la precisione e la puntualità che caratterizzavano il rapporto di Romeo con i colleghi, i collaboratori e gli studenti, ai quali in tal modo voleva dare un esempio da seguire nella vita.
Carmelo Romeo, d’origini calabresi, era approdato a Messina come studente universitario, avendo già alle spalle, nonostante la giovane età, un bagaglio di lotte condotte nella sua terra per il riconoscimento dei diritti fondamentali dei braccianti e delle braccianti, al seguito di dirigenti politici e sindacali come il comunista Girolamo (Mommo) Tripodi, successivamente eletto parlamentare nazionale nelle file del Pci e sindaco di Polistena.
A Messina si era inserito nell’ambito della scuola raccolta intorno al filosofo marxista Galvano della Volpe, alle cui lezioni, tenute all’Università oppure all’Accademia dei Pericolanti, solevano partecipare non solo gli studenti, come Romeo, ma anche altri docenti, intellettuali, simpatizzanti e militanti della sinistra. Fra costoro vi era anche Nino Pino Balotta. A mezzogiorno, quando si metteva in moto, in Piazza Duomo, il suggestivo meccanismo dell’orologio, con i suoi vari personaggi simbolici dei vari momenti ed eventi della storia cittadina nei secoli, il filosofo avviava le sue lezioni davanti a questo pubblico composito, in un’atmosfera mitica che Antonio Piromalli, anch’egli studente presente a quegli appuntamenti e poi docente universitario di Letteratura italiana, così ha ricostruito in una poesia dedicata proprio a della Volpe: “Ruggiva sulla torre un leone d’oro / e alzava con la branca uno stendardo / – su mari e monti il ruggito – / quando tu entravi / fra le cartapecore crepitanti dei Pericolanti, / cimbro piromallo, piròmane, / smorigerato Vercingetorige, gallo pirrico, / grano padano, pellicano”.
Laureatosi in Filosofia, Romeo era entrato a far parte organica della scuola dellavolpiana, divenendo collaboratore prima di Mario Rossi e poi di Nicolao Merker, e, successivamente, anch’egli docente universitario di Storia della filosofia e di Storia della filosofia contemporanea. Come studioso, Romeo si era collocato lungo l’asse che dall’illuminismo conduce al marxismo, secondo l’impostazione della scuola dellavolpiana, rivendicando il primato della ragione.
La morte di Carmelo Romeo – conclude Catalfamo – lascia un grande vuoto nel mondo culturale e filosofico, che dovrà essere colmato dalle nuove generazioni di studiosi, seguendo il suo fulgido esempio”.