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Si indaga in tutte le direzioni, sulla morte del sedicenne Ayman S. trovato carbonizzato nella piazza antistante il campo sportivo a Merì,al momento non si esclude nè la pista del suicidio e nè che il giovane sia caduto in una ‘trappola’.

Intanto nel pomeriggio di ieri è stata eseguita l’autopsia sul corpo del ragazzo disposta dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto che sta indagando sulla morte del giovane senza escludere alcuna ipotesi. Sulla possibilità del gesto estremo la famiglia esclude tale scenario.

Così in queste ore gli inquirenti stanno intanto interrogando amici e conoscenti del 16enne. E da una prima analisi sul corpo del giovane non sarebbero stati trovati segni riconducibili a ferite.

“Si trattava di un ragazzo molto perbene che faceva una vita normale, studiava e d’estate andava anche a lavorare a Salina. Secondo la famiglia è impossibile che si sia suicidato. So che le forze dell’ordine stanno indagando in tutte le direzioni. La famiglia chiede solo chiarezza su quanto avvenuto”. A dichiararlo è l’avvocato della famiglia, Giuseppe Coppolino.

Sotto shock il piccolo paese di Merì,  dove ieri sera è stato trovato nella Piazza Italia ’90 il cadavere carbonizzato del giovane di origini marocchine apparteneva a una famiglia ben integrata e benvoluta da tutti, residente da diversi anni nel piccolo centro tirrenico.

“Non conosco i risultati e comunque siamo fiduciosi sull’operato della magistratura. So che si sta procedendo ad analizzare anche il telefono, ma al momento non sono a conoscenza di eventuali messaggi mandati da qualcuno che avrebbero indotto il ragazzo a cadere in una trappola”, continua l’avvocato Coppolino.
A setaccio adesso, le immagini del sistema di videosorveglianza dell’area, oltre lo smartphone del ragazzo in cui si potrebbe risalire a dettagli importanti per le indagini, infatti sarebbe stato trovato un Iphone accanto al corpo semicarbonizzato del ragazzo e anche un giubbotto.

L’ultima volta che la famiglia vede il ragazzo era stato ieri sera “quando stava andando in pizzeria per ordinare tre pizze, il giovane ordina le pizze ma non tornerà più a casa, non so di eventuali messaggi ricevuti dal giovane», conclude il legale.

 

 

 

 

«So – prosegue il legale – che è stata eseguita l’autopsia ma ancora non conosco i risultati, siamo fiduciosi sull’operato della magistratura. So che si sta procedendo ad analizzare anche il telefono ma al momento non sono a conoscenza di eventuali messaggi mandati da qualcuno che avrebbero indotto il ragazzo a cadere in una trappola».

La sera prima la famiglia aveva al ragazzo di andare in pizzeria per ordinare tre pizze, il ragazzo va, ordina le pizze ma non tornerà più a casa, non so di eventuali messaggi ricevuti dal giovane», conclude il legale.