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Sull’utilizzo e assegnazione del bene confiscato alla mafia nel comune meriese, a distanza di giorni dall’intervento del presidente dell’Associazione “Contro tutte le mafie” – Paolo Vive”, Tindaro Di Pasquale, arriva la pronta risposta dell’Amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Flippo Bonansinga.

“Premesso che da notizie riportate su organi di stampa viene ventilato un atteggiamento di completo disinteresse dell’A.C. di Merì in ordine alle procedure necessarie all’acquisizione di beni confiscati alla Mafia. Considerato che il Presidente dell’Associazione “Contro tutte le mafie” – Paolo Vive”, Tindaro Di Pasquale, rende noto addirittura, con un comunicato stampa, e con tanto dispiacere, di essere stato costretto a chiedere alla ANBSC, “la revoca del bene, quale unica opzione alla inerzia della amministrazione meriese”;
Considerato che l’azione intrapresa dal Presidente dell’Associazione appare allo scrivente alquanto impropria, – scrive il primo cittadino Bonansinga –  oltre che indice di una certa arroganza, nel momento in cui si erge sullo scranno di Giudice, dimostrando però la più completa ignoranza dei fatti, alla luce delle diverse iniziative poste in essere dalla A.C. allo scopo di risolvere la problematica in oggetto; con la presente comunicazione dare notizie riguardo la cronostoria della vicenda, come di seguito esplicitato:
In primo luogo, si desidera contestare la “patente” di inerzia attribuita alla A.C. meriese, con supponenza e con totale ignoranza dei fatti ( e degli atti ), visto che fin dal momento dell’insediamento a Giugno 2017 ci siamo attivati con le diverse attività che elencherò analiticamente di seguito :
Incontri con rappresentanti di diverse Associazioni che nel corso del tempo hanno richiesto la disponibilità del bene confiscato, con sopralluoghi ripetuti per verificare lo stato dei luoghi, con il supporto dell’Ufficio Tecnico comunale che ha provveduto a relazionare sugli atti precedenti e sulle problematiche urbanistiche connesse ai manufatti abusivi;
Desidero specificare, anzitutto, che fin dal mio insediamento in qualità di Sindaco pro-tempore del Comune di Merì, ho comunicato “Urbi et Orbi” a tutte le istituzioni interessate, tra cui in primo luogo proprio a S.E. il Prefetto di Messina, all’Assessore Enti Locali Regione Sicilia, al Presidente della Regione Sicilia, a tutti gli onorevoli Consiglieri Regionali eletti nella Provincia di Messina, all’ANCI Sicilia, ed ancora a tutti i cittadini meriesi in occasione di un Consiglio Comunale “aperto” appositamente convocato ed al quale sono stati invitati tutti i soggetti sovraelencati, la gravissima situazione economica del Comune da me rappresentato, anche per la gravissima sperequazione “scoperta” nell’ambito delle risorse economiche attribuite agli enti locali per le funzioni proprie dai trasferimenti regionali (205% in meno del dovuto per ogni anno dal 2014 in poi)..
Pertanto, dovendo provvedere in primo luogo alle priorità di mantenimento delle strutture e delle funzioni di assoluta necessità del territorio, è ovvio che in tale fase non era possibile reperire i fondi necessari alla catastazione del bene confiscato, come è stato da me personalmente specificato a tutti i rappresentati delle Associazioni e/o Istituzioni manifestanti interesse per l’assegnazione a titolo gratuito del bene confiscato.
Ordunque, posso affermare, per amore della verità e per onestà intellettuale, che da più parti è stata manifestata la disponibilità ad acquisire il bene confiscato, assumendo in carico le spese necessarie alla regolarizzazione (leggi catastazione) e ristrutturazione dello stesso. Tuttavia, nessuna delle sopraddette ha mai presentato un progetto fattivo ed analitico da realizzare, restando nella manifestata generica disponibilità!
Cosa intendo dire con quanto espresso sopra: questa A.C. sarebbe stata ben lieta di aderire ad un programma/progetto serio finalizzato all’utilizzo del bene confiscato, sgravata degli oneri, al momento non disponibili, necessari al suo riutilizzo.
Oltre a ciò, non corrisponde al vero l’affermazione del Di Pasquale, anche qui dimostrando ignoranza dei fatti e degli atti (pur pubblicati sul sito ufficiale del Comune), della colpevole inerzia dell’Amministrazione meriese. Suppongo infatti, che la vantata interlocuzione preferenziale con l’ANBSC e con la Prefettura di Messina, dovrebbe averlo portato a conoscenza delle varie interlocuzioni tra l’A.C. e gli enti preposti, così come ritengo che dovrebbe essere a conoscenza di un incontro, richiesto dallo scrivente, tenutosi a Messina in Prefettura, con il dottor Antonio Gullì, Vicecapo di Gabinetto di S.E. il Prefetto, a cui ho fatto partecipare anche la Segretaria Comunale dell’epoca, Dott.ssa Francesca L’Abbate.
Ancora, proprio a seguito dell’incontro e delle successive comunicazioni, il Dottor Gullì aveva assunto l’impegno di interloquire con l’Agenzia Nazionale di Roma, per verificare le procedure necessarie al riutilizzo del bene. In esito a tale incontro, avvenuto ai primi del 2020, la Giunta Comunale da me preseduta ha preparato il “Regolamento per la disciplina dell’utilizzo dei beni confiscati alla mafia del patrimonio indisponibile del Comune di Merì”, approvandolo con deliberazione di G.M. n° 12 del 06/02/2020. Con successivo avviso del Sindaco prot. N°1279 del 12/02/2020, la bozza del regolamento approvato è stata depositata presso l’Ufficio di Segreteria dell’Ente per libera visione dal 12/02/2020 al 23/02/2020, e pubblicato all’albo pretorio online sul sito web istituzionale dell’Ente; visto che entro i termini previsti non sono pervenute proposte di modifica e/o di integrazione, è stato trasmesso come proposta di deliberazione al Consiglio Comunale, che lo ha approvato all’unanimità con il voto espresso da tutti i dieci consiglieri presenti e con immediata esecutività, con delibera n° 10 in data 16/06/2020.
Forse non occorrerebbe, ma è a mio avviso necessario sottolineare che tale delibera è stata approvata nel primo Consiglio Comunale utile tenutosi dopo l’emergenza Covid19.
Sperando di essere stato esaustivo e chiaro nell’esposizione delle procedure e dei fatti, porgo i miei più cordiali saluti agli organi di stampa ed a tutti coloro che sono, direttamente o indirettamente, interessati alla vicenda”.