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Continua il botta e risposta a seguito dell’esito della seduta del Consiglio comunale dello scorso 1 settembre, nella quale la proposta dell’Amministrazione Comunale di costituzione dell’Azienda Speciale Multiservice di Merì per l’affidamento di farmacia comunale è stata bocciata per i voti contrari del gruppo di minoranza Gullì, Cicciari, Grillo, del consigliere De Paola e del consigliere “di maggioranza” Isgrò, con il sindaco Filippo Bonansinga che cerca di apportare chiarimenti.

Sulla questione dell’affidamento della farmacia comunale, proprio l’ex assessore comunale De Paola, aveva dichiarato che: “nelle forme indicate nella presente proposta del Sindaco Bonansinga che, in assenza d’ altro, apparirebbe un “carrozzone politico” per appagare tutt’altri scopi, in quanto palesemente surrettizia ed oltremodo sconveniente, inopportuna per la Comunità Meriese, l’Erario pubblico di cui, è inoppugnabile, dovranno in ogni caso farsi carico delle spese attuali e future!!!”

Mentre nella serata di ieri il primo cittadino Bonansinga, in una nota spiega che: “E’ opportuno per verità e completezza d’informazione fornire alcuni chiarimenti in replica agli articoli di stampa prodotti attraverso le dichiarazione del consigliere De Paola.
Tutti gli atti propedeutici alla costituzione della suddetta Azienda Speciale (istituzione sede farmaceutica, approvazione progetto di fattibilità tecnica ed economica dei lavori di ristrutturazione della sede – circa 287.000 euro, assegnazione somma con approvazione del progetto e conseguente accensione mutuo con Cassa Depositi e Prestiti, variazione di bilancio, affidamento incarico di supporto per gli atti amministrativi consequenziali al Centro Studi “Area Sud” e proposta di modalità di gestione della costituenda Azienda Speciale) erano stati approvati e condivisi in Giunta da De Paola nella sua funzione di Assessore e in Consiglio Comunale dai consiglieri De Paola e Isgrò.
Le osservazioni presentate in consiglio e alla stampa risultano infondate per i motivi di seguito indicati:
1) Assolutamente falso che “nessun utile sarà devoluto in favore del Comune di Merì” stante che l’Azienda Speciale sarebbe stata al 100% di proprietà del Comune e quindi tutti gli utili sarebbero stati devoluti all’Ente. Dalla relazione del piano economico finanziario previsione 2021/2025 si evince infatti che “i ricavi permettono la copertura dei costi d’esercizio determinando utili operativi previsti già dal primo anno”. Infondato quindi che il Comune avrebbe dovuto obbligarsi alla copertura di eventuali costi sociali.
2) False le illazioni sul libero arbitrio del Sindaco poiché la nomina del CdA (Direttore Azienda Speciale, membri del CdA e revisore dei Conti) sarebbe stata a discrezione del Sindaco ma le diverse figure necessarie alla gestione della farmacia (direttore di farmacia, farmacisti, ecc….) così come per qualsiasi Ente pubblico sarebbero stati assunti tramite procedura concorsuale pubblica.
3) Falsa l’affermazione riguardo ai lavori di ristrutturazione dei locali destinati alla farmacia comunale poiché la gara è già stata espletata e si è in procinto di stipulare il contratto con la ditta aggiudicatrice. Ne consegue che i tempi tecnici di ristrutturazione e di attivazione del servizio farmacia non sarebbero andati oltre la scadenza del mandato del Sindaco e in ogni caso ciò che importa all’Amministrazione attuale è il risultato finale a favore della comunità meriese e non a favore del singolo.
I vantaggi economici e sociali di avere l’Azienda Speciale per gestire la farmacia e non di concedere a terzi, come miseramente suggerito da alcuni consiglieri comunali (interessi privati o personali?) sono evidenti dalle procedure messe in atto ed esplicate nella documentazione prodotta dai consulenti e allegata alla delibera di cc e sconosciuta per mancata disamina degli atti.
Durante la seduta consiliare alla presenza degli esperti intervenuti per chiarire qualsiasi dubbio nessun intervento costruttivo è stato fatto “dai contrari” se non sterile propaganda politica. Stona ancor più l’assoluta assenza di motivazione del voto contrario espresso dal consigliere di maggioranza Isgrò che a tutt’oggi non è stato chiarito.
Si comprende il desiderio di rivalsa di “qualche personaggio politico” inconcludente come dimostrato dalla nulla produzione di atti amministrativi durante il proprio mandato politico”.