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Diretta show del sindaco De Luca, che ha riservato come chicca finale -dopo i consueti aggiornamenti a cura degli assessori Calafiore e Minutoli- la sua interpretazione del ruolo di Primo Ministro e ha impartito lezioni.

Le dirette dal COC riprendono col botto. Cateno De Luca ha inaugurato la settimana  smettendo per un po’ i panni del sindaco, per indossare quelli di Primo Ministro. Aveva già accennato con due video su facebook, uno di ieri sera e uno di stamattina, dopo il risveglio, al forte disappunto nei confronti delle ultime disposizioni del presidente Conte, che entreranno in vigore a partire dal 4 maggio.

Non si è trattato di un collegamento con Conte, come accennato a inizio diretta, ma è stata una vera e propria interpretazione in cui è  emerso come avrebbe decretato lui. E si è notato un parziale cambio di paradigma, rispetto alle sue misure stringenti fino ad ora in vigore: riaprire si, ma con regole chiare rispetto alla tempistica e alla necessità di differire, sulla base dei contagi, la ripartenza delle regioni.

Speranze rateizzate: “Noi non ci stiamo. Non accetto questo DPCM che entrerà in vigore dal 4 maggio, rateizzando continuamente le nostre speranze. Il ragionamento complessivo fatto in diretta dal presidente Conte è stato scolpito solo in parte nel Decreto firmato. Non ci limitiamo a dire che non siamo d’accordo e faremo la nostra proposta.”

E ha continuato:

“Intanto avrei spiegato quali dovevano essere le precondizioni per ripartire: innanzitutto prendere atto della situazione epidemiologica. Il 70% del contagio purtroppo si concentra in quattro regioni del nord. C’è una chiara distinzione territoriale di cui si deve prendere atto. Sono costretto a dettare norme differenziate per territorio. Chiusure e restrizioni per le regioni più colpite, libertà vigilata in quelle che hanno numeri meno pesanti. Dopo le regole generali avrei dato mandato all Regioni e ai Comuni per definire norme territoriali.

Da presidente del Consiglio poi avrei definito con chiarezza la data della ripartenza. Soprattutto per poter dare alle attività e alle aziende di prepararsi e farsi trovare pronte. Piuttosto che continuare con l’atteggiamento di decidere per i prossimi 15 giorni avrei fissato un range chiaro, per esempio dal 18 maggio al 31 ottobre. Conte cala un pacco ai Comuni, dicendo che loro aprono tutto ma noi sindaci possiamo chiudere se non siamo in grado di controllare parchi, strade, aree pubbliche, ville, aree verdi”.

De Luca è poi tornato a parlare di uno strumento a lui molto caro, la banca dati, ma in questo contesto si è  riferito alla riapertura di tutte le attività al sud Italia. “Per tutto il meridione avrei proposto un “si apre tutto a condizione” con la banca dati “libertà vigilata” inserendo tutti i dati che riguardano le attività economiche. Cosa cambierebbe? Per esempio se tu decidi di andare dal parrucchiere vai sulla banca dati, ti prenoti e in base alle limitazioni imposte a quella specifica attività saprò quando posso andare.”

Un fiume in piena, il sindaco, ma anche per un’interpretazione, così come per la diretta, il tempo volge al termine e bisogna chiudere; rientrato nel ruolo di sindaco, ha chiosato così,  anticipando che nei prossimi giorni arriverà una nuova ordinanza: “Siccome non ci sto a questa situazione, entro un paio di giorni preparerò una nuova ordinanza. La manderò al Prefetto e a tutti i sindaci perché sarà un’ordinanza che disciplina l’ordine pubblico prima che scoppi la rivoluzione non solo a Messina, ma in tutta la Sicilia e nel meridione. Io non sono disponibile a essere trattato così né dal presidente Conte né da Musumeci. Poi mi faccio sospendere da sindaco, se serve sono pronto. Domani manderemo il nostro testo al presidente Conte e gli chiederemo di rimangiarsi quello che ha detto”.

Livia Di Vona