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I consiglieri comunali chiedono la stipula di apposite convenzioni con associazioni senza scopo di lucro per restituire alla cittadinanza i terreni e gli immobili chiusi o non utilizzati. «Tante le aree in condizioni di abbandono e di degrado che potrebbero tornare a nuova vita grazie alla realizzazione di orti urbani»

«L’Amministrazione indìca al più presto le manifestazioni
pubbliche per l’affidamento in uso gratuito dei beni confiscati alla
criminalità organizzata non ancora assegnati, attraverso la stipula di
apposite convenzioni con associazioni senza scopo di lucro che
perseguono fini di interesse comune». È la richiesta dei consiglieri
comunali del M5s Cristina Cannistrà, Giuseppe Fusco, Andrea Argento e
Paolo Mangano, che già a marzo del 2020 presentarono un’interrogazione
al sindaco Cateno De Luca, chiedendo un resoconto sui beni nella
disponibilità del Comune di Messina e sul loro utilizzo.

«Ad oggi, da nord a sud, sono numerosi i terreni e gli immobili chiusi o
non utilizzati che andrebbero restituiti alla collettività: spazi
sottratti alla mafia che possono e devono rappresentare una risorsa
preziosa per il territorio, con la possibilità di offrire ai cittadini
dei luoghi di aggregazione o degli spazi condivisi, con particolare
riferimento ai giovani e ai giovanissimi, per accrescere la cultura
della legalità e offrire un’opportunità di lavoro e sviluppo, come
previsto dal Codice Antimafia del 2011 e dal “Regolamento per l’uso e
l’affidamento in concessione di beni confiscati alla mafia in favore di
soggetti privati”, approvato dal Consiglio Comunale ad ottobre del
2010», spiegano i consiglieri, che citano ad esempio la richiesta
presentata nei giorni scorsi alla Giunta dal “Comitato Vallata di Mili”
per la riqualificazione di un terreno sequestrato alla mafia a Mili
Marina: uno spazio esteso per oltre un ettaro a ridosso dell’arenile che
è nella disponibilità del Comune di Messina dal 2015 e che potrebbe
essere restituito ai cittadini della Circoscrizione con un adeguato
progetto di rigenerazione urbana.

«Proprio come nel caso di Mili – proseguono i consiglieri, fra i
proponenti del “Regolamento degli orti urbani della città di Messina”,
ancora non discusso in Aula a quasi un anno e mezzo di distanza dalla
prima proposta di deliberazione – sono parecchie le aree cittadine in
condizioni di abbandono e di degrado che potrebbero tornare a nuova vita
con la creazione di “orti urbani”, che permetterebbero di rivitalizzare
e riqualificare ampi spazi di territorio e di contribuire a diffondere
la cultura del verde e dell’agricoltura tra i cittadini, migliorando la
qualità dell’ambiente e offrendo ai cittadini la possibilità di
sviluppare un’economia etica che passi attraverso il rilancio di vecchie
tecniche che sono patrimonio comune della comunità», concludono.