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Sono state iscritte nel registro degli indagati i nomi di 5 persone, sia dipendenti della casa di cura, sia personale dell’Asp. Il reato contestato è morte come conseguenza di altro reato.

L’inchiesta è stata subito aperta in seguito alla morte di diversi ospiti (33 persone) della casa di cura durante il primo lockdown cominciato a marzo. I Pm sono impegnati ad accertare se ci sia un nesso tra le morti e le omissioni ed errori degli indagati.

In particolare, ai5 indagati (Donatella Martinez, Cono Bontempo, Carmelo Crisicelli, Vincenzo Picciolo e Maria Concetta Santoro) viene contestato il non aver compiuto tempestivamente le azioni necessarie ad impedire la diffusione del contagio da Covid-19 tra gli ospiti della casa di riposo. Sarebbero tali omissioni ad aver impedito una tempestiva assistenza sanitaria e la somministrazione di terapie per gli ospiti contagiati.

I vertici della casa di riposo e alcuni dei medici che operavano al suo interno, secondo la Procura, avrebbero tenuto sotto silenzio sia la presenza dei pazienti contagiati, sia il rischio della diffusione del contagio. Relativamente  ai medici del 118 e dell’Asp,  la Procura contesta l’esecuzione di soli 24 tamponi, nonostante la segnalazione di almeno 50 anziani con i sintomi di febbre alta e tosse, sottovalutando l’urgenza di conoscere l’esito degli esami.

Una volta fatti, i tamponi vennero mandati all’Ospedale “Papardo” di Messina, pur essendo temporaneamente indisponibili i reagenti. Indagato anche il dirigente medico dell’Asp di Messina, al tempo commissario emergenza Covid che si sarebbe limitato a prescrivere l’isolamento fiduciario degli anziani senza far immediatamente tamponare il resto degli anziani e non avrebbe evacuato la casa di riposo.