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Nella diretta delle 15.30, dopo l’annullamento del consiglio del ministri dell’ordinanza sindacale n.105, il sindaco De Luca si è presentato indossando una mascherina con il tricolore e ha letto la memoria -preparata durante la scorsa notte- in cui adduce le ragioni  che contestano la decisione del Consiglio di Stato.

De Luca ha preso atto dell’annullamento dell’ordinanza n.105 che istituiva la banca dati dei viaggiatori dello Stretto. Con la bandiera italiana a mò di mascherina, a simboleggiare quello che lui ha chiamato “bavaglio di Stato”, ha elencato tutte le ragioni, contenute nella memoria redatta durante la scorsa notte, a sostegno del suo provvedimento.

Ha elencato, citando gli estremi per consentire a chi lo ascoltava di verificare personalmente, le ordinanze regionali di Sardegna e Lombardia, e soprattutto quella sindacale di Capri, che hanno previsto norme ancora più stringenti rispetto a quelle da lui stesso adottate, sulla circolazione delle persone nei territori. E ha fatto serpeggiare un dubbio, mai pronunciando esplicitamente le parole: che la celerità con cui il Consiglio di Stato ha provveduto sulla sua ordinanza e la solerzia del consiglio dei ministri nell’annullarla, siano frutto di una questione personale.

Non si spiega altrimenti, è sembrato far intendere, questa disparità di trattamento, anche considerando che le ordinanze citate, risalgono perfino alla metà di marzo e sono ancora in vigore.

Non si oppone all’annullamento, ma passa la palla al presidente della Regione Musumeci.

 “Il nostro sistema quindi non ha chiesto dati aggiuntivi ma abbiamo messo insieme le varie ordinanze”, così ha giustificato l’ordinanza istitutiva della banca dati.

“Visto che il consiglio dei ministri ha deliberato l’annullamento dell’ordinanza e quindi della banca dati ritengo che entro stasera il presidente Mattarella firmerà il provvedimento. Quindi io o sospendo la banca dati o vado avanti. Se però vado avanti rischio la decadenza da sindaco. Vi dico che questa strada mi tenta”.

Ma il sindaco ha ribadito di non voler fare l’agnello sacrificale e ha concluso chiedendo un regalo di Pasqua al presidente Musumeci:
“Sospendo la banca dati, mi spiace, spero che Musumeci adotti lo strumento così utile. Mi auguro che lo faccia. Spero ci faccia questo regalo di Pasqua”.

Livia Di Vona