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È arrivato poco dopo le 19  il sindaco De Luca, con  gli ultimi dati della contestatissima piattaforma di registrazione dei viaggiatori dello Stretto. Come promesso nella diretta di stamattina alle 11, De Luca è tornato a parlare della sua ordinanza e del Ministro Lamorgese.

Combattivo è apparso nella diretta di stasera il sindaco e ha subito attaccato: “Delle intimidazioni istituzionali non ci preoccupiamo, ma rilanciamo. Anzi, Ministro Lamorgese: lei non lavora al Consiglio di Stato? Risulta che da settembre 2019 la signora Ministra prestava servizio al Consiglio di Stato e si è messa in aspettativa dopo la nomina di governo. Si può leggere nel suo curriculum. Che bella Repubblica delle banane. Si è messo in moto un sistema per far fuori il sindaco De Luca che, come si dice, si è messo sul percorso per farsi revocare da sindaco di Messina. Io non mi inchinerò.”

Non accenna ad un passo indietro, facendosi scudo anche dei provvedimenti del presidente della regione Sardegna Salinas, che ha firmato un’ordinanza che prevede l’obbligo di dotarsi di autorizzazione 48 ore prima per entrare e uscire dall’isola. Ma non solo. Ha citato anche i casi della Valle d’Aosta e di Capri.

“Perché lì lo hanno potuto fare e noi noi? Forse toccava al presidente Nello Musumeci? Non si è nemmeno reso conto che la riduzione delle navi sta causando assembramenti e disagi seri ai pendolari che viaggiano ogni giorno. Scenda dal piedistallo.”

Con soddisfazione, ha poi elencato i dati delle corse di oggi, fino alle 18.30. “Nelle corse di oggi, mattina e pomeriggio, in totale sono transitate 370 persone, di cui 42 viaggiatori e 328 pendolari. Dei 42 viaggiatori erano 38 auto, di cui 37 registrati, Dei 4 a piedi, 1 si era registrato e gli altri no. Percentuale di adesione sui viaggiatori: 90,5% di adesione. Chi non l’aveva fatta ha avuto a disposizione assistenza tecnica per completare la procedura. Non ci sono stati ritardi, anzi le modalità di sbarco sono state snellite. Dei 328 pendolari, 24 erano auto, 304 a piedi. Di quelli in auto solo uno non si era registrato, mentre di quelli a piedi solo in 28 non aveva fatto la registrazione. Oggi non abbiamo erogato sanzioni, fino a sabato ci sarà tolleranza. Sulle cinque corse considerate dunque 370 persone sbarcate, di cui solo in 32 non registrate. I viaggiatori e i pendolari hanno dimostrato di aver gradito questa modalità di controllo. Anzi chiedo ai vettori di fare apposite corsie per i pendolari”.

Ormai il sindaco procede a tutto campo contro  lo Stato e la Regione. E insinua un dubbio: (…) “Perché abbattere questa banca dati? Perché qualcuno non vuole essere controllato? Sfido lo Stato e la Regione a fornire gli stessi dati di questo ultimo mese. Abbiamo fatto in tre giorni quello che non avete saputo fare in un mese. Vergognatevi, vi dovreste dimettere”.

A oltranza, dunque, fino alla fine: “Non morirò in silenzio. Difenderò gli interessi della Sicilia e dei siciliani fino alla fine. Ecco i motivi alla base del parere del Consiglio di Stato sull’ordinanza. Prima motivazione: violazione della privacy. Ma non sono gli stessi dati che si inseriscono nell’autocertificazione? Seconda motivazione: l’ordinanza limiterebbe la libertà di movimento delle persone. Ma ho bloccato qualcuno? Semplicemente regoliamo i controlli. Le limitazioni semmai sono nell’ordinanza del presidente della Valle d’Aosta o del sindaco di Capri. Terza motivazione: obbligherei i sindaci a fare un’attività preventiva di assenso. Questo punto è stato cambiato. Se i sindaci vogliono fare i Ponzio Pilato lo facciano”.

L’ordinanza resta valida, in attesa che si riunisca il consiglio dei ministri per annullarla con i successivi passaggi elencati da De Luca, che così ha chiosato:  “Quando spareranno il colpo finale, sapremo cosa significa la democrazia”.

Livia Di Vona