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Nella mattinata di oggi, consegnate 50.000 mascherine all’amministrazione comunale, dono del Football Club Messina. A margine, le preoccupazioni del vicesindaco Mondello e dell’assessore Scattareggia sui rischi di una nuova chiusura se i messinesi, in particolare giovani, dovessero continuare a sottovalutare le regole che impongono il distanziamento sociale e l’uso della mascherina, nelle sere della movida cittadina, così come emerso nell’ultimo weekend.

Le mascherine donate oggi si aggiungono alle 65.000 della Toro Srl, acquistate per 39.000 euro dal Comune attarverso procedura di affidamento diretto.

“La donazione delle mascherine risale a fine marzo, quando era difficile reperirle. E anche adesso non è facile trovarne. Serviranno qualora dovesse esserci una nuova urgenza”, ha spiegato il rappresentante della società, Fabio D’Amore, cogliendo l’occasione per  ringraziare il presidente Arena.

Dichiarazione che si aggiunge alle preoccupazioni manifestate dall’amministrazione, in particolare dal vice sindaco Mondello, sulla capacità della collettività di mantenere alta l’attenzione in questa fase, che è ancora più delicata della fase emergenziale vera e propria, in quanto si richiede uno sforzo maggiore nel rispetto delle regole previste per evitare una recrudescenza del virus.

“L’impressione è che in tanti abbiano già dimenticato quello che è successo. Invito tutti a non abbassare la guardia. Il rischio è che a settembre – ottobre si debba ricominciare daccapo, vanificando i sacrifici fatti. Sono molto rammaricato per il comportamento di tanti cittadini.

Se ci ritroveremo costretti a prendere provvedimenti restrittivi, a  farne le spese potrebbero essere le attività commerciali, con ovvie ripercussioni economiche.  Non è giusto che a pagare sia chi non ha nessuna colpa per l’irragionevolezza di alcuni. Con il coronavirus dobbiamo conviverci almeno fino al prossimo dicembre”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, anche gli assessori Minutoli e Scattareggia: quest’ultimo ha riferito di aver assisito a scene di una movida disordinata, senza che si rispettasse il distanziamento sociale, né tantomeno l’obbligo di indossare la mascherina.

Foto copertina: dal web

Livia Di Vona