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Una volta si diceva la miglior difesa è l’attacco, nel calcio, ma sembra che anche in una situazione di emergenza come quella che abbiamo vissuto, due ‘sciatori’ sotto accusa nella prima fase critica, perchè tornati prima delle restrizioni da Madonna di Campiglio e da altre località sciistiche nella città dello Stretto, sono passati alle azioni legali.

Si avvio subito un’inchiesta che è ancora in corso da parte della magistratura messinese, per andare ad indagare se fossero stati i veri ‘untori’ della diffusione di “focolai infettivi”.

Adesso invece due di loro – come riporta la Gazzetta del Sud online -, che sono andati a Madonna di Campiglio e poi sono rientrati in città, “si tratta di due fratelli, un docente universitario e un medico, affermano di avere tutte le carte in regola e hanno presentato una querela in Procura contro alcuni siti d’informazione online e una lunga serie di “odiatori seriali” che sui social hanno preso parte ad una “campagna denigratoria di notevole rilevanza”. Ne hanno catalogati ben 49”.

In sostanza i due professionisti accusano di essere stati vittime di “erronea, quanto spettacolarizzata rappresentazione della realtà che alimentava, quindi, una crescente, pericolosa emotiva tensione sociale, anche per le possibili ritorsioni alle quali avrebbe potuto dare la stura nei confronti delle persone che, tra le oltre 30.000 che erano rientrate in Sicilia in quegli stessi giorni dal Nord Italia, erano state prese di mira, additate con astioso disprezzo proprio in quella centinaia di soggetti, oramai, gli “allegri sciatori” che avevano partecipato alla vacanza in Trentino”.