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Lo scorso 23 febbraio 2020 si è tenuta presso l’associazione culturale “La Cicalata” di Messina la presentazione della silloge di José Russotti “Arrèri ô scuru” (“Dietro al buio”) data alle stampe alla fine del 2019 della casa editrice romana “Controluna”. Sono intervenute la Prof.ssa Fulvia Toscano, Maria Grazia Genovese, Antonio Cattino, Lucia Giacomino con delle testimonianze mentre lo stesso autore Russotti e Luigi Bulla hanno letto poesie in vernacolo, recitate poi in lingua italiana dall’attrice Mariagrazia Bombaci. 

Sta già qui la particolarità di quest’opera poetica: si tratta di una raccolta di poesie in vernacolo siciliano di Malvagna, paese d’origine dell’autore, che sono tradotte anche in lingua italiana ed in questa versione assumono una propria autonomia, quindi non una semplice traduzione bensì una rilettura. Potremmo dire che si tratta quasi di due libri che hanno in comune le memorie del poeta Russotti, nato in Argentina da genitori emigrati lì, e malvagnoto nell’anima infatti nello stesso comune della Valle dell’Alcantara riveste l’incarico di vicesindaco ed assessore alla Cultura e dona luce alla sua terra anche tramite il noto concorso letterario “Fogghi Mavvagnòti”.

Tornando alla silloge in “Arrèri ô scuru” c’è tutto il suo mondo: Malvagna, i genitori, la compagna di vita, i figli e poi c’è lui, con il proprio dolore ma con la propria fede e con il grande amore. Nella prefazione al libro, inoltre, il poeta e scrittore trapanese Francesco Giacalone scrive che «la linfa vitale di Malvagna ha trasmesso a José Russotti il suono popolare grezzo ma vivo, robusto, interiore e sanguigno. In queste liriche si palpa con mano il sapore dolce ed ugualmente acre, duro, erboso ed ancestrale della sua rocca arenaria (‘U Chiappareddu) di fronte all’Etna. Quando poi l’autore si sofferma sulla figura paterna e su quella materna, la sofferenza del ricordo lo induce a versare lacrime in clamorosi versi poetici. Il padre, scomparso quando José aveva undici anni, è il simbolo che diventa mito, il serbatoio delle esperienze del nostro Poeta il quale da adulto non si sottrae ai ricordi dolorosi, anzi consente loro di scorrere sugli scritti insieme alle carezze delle mani ruvide del genitore ed al conforto della presenza materna». La memoria degli affetti più intimi e veri è il nucleo del libro di Russotti e non possiamo non pensare al Canzoniere di Saba o ai versi dei vari Montale, Quasimodo, Ungaretti su queste tematiche, in un vernacolo siciliano vivo, in cui albergano gioie e dolori, entusiasmi e rimpianti, speranze ed illusioni, tutta l’umanità dell’autore che si fa poesia.

Ed a tal proposito la poetessa e scrittrice Lucia Giacomino, è rimasta effettivamente colpita da questo libro e scrive:  “Arrèri ô scuru racchiude pagine di vita e se non vi fossero i titoli delle poesie, sarebbe come leggere una storia che ha in sé qualcosa di continuo e di magico… Questa mia notte è stata bianca, penso e ripenso alla mia anima stanca, a ciò che mi aspetta nell’incerto futuro, dove vedo impervi muri da scavalcare, da dover superare con la forza di un leone che urla prepotente le sue lacrime, corre all’impazzata verso la meta pur con la metà del cuore ormai scavato dalle ferite della vita. Mi sono svegliata prestissimo imprigionata dai dolori che non mi abbandonano, poi ad un certo punto ho visto il libro di José sul comò e ho deciso di aprirlo, di concedermi, anche se col timore di entrare nel suo mondo interiore. Fin dalle prime poesie delle quali ne leggo la traduzione italiana, riscopro l’ardore di un uomo che ha nelle vene il sangue di Malvagna mescolato all’odore di tempi che furono, quasi svaniti nel nulla… trasudati di vero amore per tutto ciò che lo circonda, dalla quiete più intima, al dolore più vero, fatto di lacrime straniere per occhi disattenti.”

La descrizione dell’approccio al testo della Giacomino si fa sempre più incalzante: “Ho letto le prime poesie lasciando che mi trasportassero oltre i confini esistenti tra lettore e poeta, un poeta umanamente legato e libero di fronteggiare con se stesso, di sentir sprofondare dietro il buio un lampo di luce che si spegne e si illumina simultaneamente di note, quasi musicali; note del proprio essere, come un solitario pellegrino che ha peregrinato scavando e perdonando, con amore e pudore, con dignità e splendore, con un’arguta sofferenza ridestata di oscurità e mistero ai piedi di una luna sempre presente. È strano come queste liriche mi abbiano strappata al tempo, alla notte inquieta, stravolgendomi in una sorta di viaggio, uno scambio di umane passioni e sconcertanti scoperte. Sto affogando nelle parole che desidero ancora rileggere più volte per poter discernere o meglio scandire ogni più piccolo battito, un pugno di emozioni che aprono il cuore e la mente alla riflessione, all’esistenza di luoghi, persone dalle quali scaturiscono gesti, incomparabili sensazioni e persino interrogativi che spingono a voltare pagina e leggere una poesia dopo l’altra come fosse una raccolta dopo la semina in un terreno impregnato di vissuto e continuerò questo viaggio nel viaggio, poesia nella poesia, vita nella vita e mi chiederò ancora: ‘Chi è José?’ Credo che alla fine non avrò dubbi. Nel frattempo lasciate che io esterni il mio sentire, anche se mi son dovuta fermare, ripiegando l’anima con un pizzico di paura, lo sconcerto per essermi distratta dal dolore catapultandomi nel tenero e infuocato ardore di un poeta che è riuscito da subito ad attirarmi nella fitta ragnatela di sentimenti ispirati di tutto, dal nulla… Un nulla paradossalmente ricolmo di confessioni. Cosa scoprirò ‘Dietro il buio’? L’uomo o il poeta?”

Significative le parole della poetessa ma potremmo dire soprattutto della donna che ama la poesia, e che si lascia trascinare dai versi di Russotti che hanno per la stessa un effetto quasi taumaturgico come del resto Lucia Giacomino ha detto nel corso dell’evento messinese di presentazione del libro, quando nel proprio intervento ha sottolineato che il libro di José Russotti “invita tutti a leggersi dentro, un viaggio introspettivo e consolatorio nel quale dietro il buio c’è la luce, ovvero la vita stessa, quella che ci rende veri esseri umani capaci di affrontare alti e bassi, di faticare e camminare sulle strade impervie del quotidiano, dell’infanzia, dell’intera esistenza.” Ciò che  auguro a José ed a tutti – ha proseguito la Giacomino – è l’auspicio a fare di questo libro un incipit per un viaggio dentro sé stessi e in futuro guardarsi allo specchio e scoprirsi delle persone migliori.”

Ricordiamo infine ai nostri lettori che la silloge di José Russotti “Arrèri ô scuru” (“Dietro al buio”) data alle stampe alla fine del 2019 della casa editrice romana “Controluna” è disponibile su Amazon e nelle Librerie Feltrinelli e Mondadori.