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Insiste il sindaco ad usare il termine coprifuoco, ma di fatto con le nuove ordinanze scaturite dopo il blocco da parte del ministro Lamorgese e del prefetto di Messina Maria Carmela Librizzi della ormai famigerata ordinanza sindacale n.60, lo disinnesca per buona parte, soprattutto perché cade l’ordine di stare a casa. Tutto per non arrivare allo scontro fra istituzioni, ma resta la confusione.

Toni decisamente mitigati quelli del primo cittadino messinese, che stasera nella diretta per comunicare le nuove, ennesime, disposizioni ha rinunciato allo scontro istituzionale dopo che il prefetto Librizzi aveva annullato l’ordinanza, n.60/2020, con cui da oggi alle 21 sarebbe dovuto entrare in vigore il, ormai mitologico, coprifuoco.

Rivendica con orgoglio la battaglia presto abbandonata con cui, a suo dire, ha fatto passare un messaggio di emergenza. “Abbiamo ribadito un principio, ma non cerchiamo lo scontro con nessuna figura istituzionale”, ma comunque non è stato tempo sprecato perché è servito “per raggiungere il nostro obiettivo, sensibilizzare i nostri cittadini”.

Ha poi proseguito: “Sulla scorta della nota del prefetto che ha reso inefficace la nostra ordinanza, abbiamo rivisto il provvedimento”.

Definitivamente cancellata l’ordinanza n.60 e, tanto per aiutare la cittadinanza ad avere le idee chiare, ne saranno emanate ben tre e la prima riguarderà il movimento all’interno del Comune: l’ordinanza si limita a riprendere le misure disposte dal decreto della presidenza del consiglio dell’8 marzo, chiudendo e lasciando aperto ciò per cui il governo, già  due giorni fa, aveva disposto in tal senso.

Il termine coprifuoco, su cui il sindaco ha continuato ad insistere, è solo una formalità: cade la chiusura totale degli esercizi commerciali diversi da quelli che vendono beni di prima necessità e viene imposto soltanto  un orario di chiusura differenziato (in due fasce orarie: dalle 9 alle 15, o dalle 7 alle 17) a seconda degli esercizi commerciali.

Non è del tutto chiaro come questo debba scongiurare il pericolo di assembramenti, pensiero fisso -giustamente peraltro- del sindaco.

I negozi non alimentari saranno aperti dalle 9 alle 15 e, inoltre, dovranno garantire la reperibilità.

Per i rivenditori di alimentari, la fascia oraria va dalle 7 alle 17; non hanno limiti di sorta distributori di carburanti, edicole, tabacchi e titolari di concessioni governative, ai quali De Luca ha chiesto soltanto di adeguarsi agli orari, compresi i centri commerciali.

Finalmente ha fatto capolino tra le priorità -con ritardo rispetto agli altri comuni della provincia-  la sanificazione del territorio che dovrà essere svolta ogni due giorni, mentre l’igienizzazione dovrà essere fatta ogni sera alla chiusura, presentando poi fattura che ne attesti il reale compimento.

Ecco dove cade il coprifuoco sostanzialmente, per cui in realtà non ha senso continuare ad usare questo termine: è revocato l’ordine di stare a casa. Resta quindi intatto “l’invito”, così come da DPCM, ma rimane l’obbligo di esibire l’autocertificazione. Ville cittadine chiuse dal 14 marzo al 3 aprile.

La seconda ordinanza riguarda il trasporto pubblico locale, cioè Atm: corse ridotte -quindi sostanziale dimezzamento del servizio- (18 linee attive e 23 bus e 289 corse dalle 6 alle 21 per i bus, e tre tram e 56 corse, dalle 6.30 alle 20. In pratica si dimezzerà il servizio. Sospesa Ztl e chiusura dei parcheggi “Fosso di via la Farina e Zaera sud. Il Cavallotti rimane attivo.

L’ultima ordinanza è relativa all’igiene cittadina: a MessinaServizi affidata la sanificazione del territorio cittadino con tre cicli da tre giorni ciascuno, al via  da lunedì.

Livia Di Vona