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Nella mattinata di oggi 12 novembre ricorre il sedicesimo anniversario della strage di Nassiriya, una delle pagine più tristi della storia recente italiana.

Il 12 novembre del 2003, alle ore 10.40 nella città a sud dell’Iraq, un camion-bomba esplose dentro il recinto della caserma “Maestrale”, una delle basi del contingente italiano MSU a cui era demandato il controllo di quella zona del paese. A bordo del veicolo c’erano due terroristi. un autista ed un uomo armato che si sporse verso l’esterno e cominciò a sparare contro il posto di guardia all’ingresso della base. Il camion proseguì, sfondando la barra di metallo all’ingresso e si bloccò pochi metri dopo, scontrandosi contro le strutture di protezione che delimitavano il parcheggio della base, esplodendo. Crollò gran parte dell’edificio principale, molti mezzi militari presero fuoco ed andò in fiamme anche il deposito delle munizioni. Il bilancio fu devastante 28 morti: 12 Carabinieri, 5 soldati dell’Esercito Italiano, due civili italiani e nove civili iracheni. Inoltre, una ventina di italiani, tra militari e civili, rimasero feriti.
In coincidenza dell’anniversario della strage, viene celebrata anche la “Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace” istituita con legge 12 novembre 2009, n. 162.
Per ricordare i Carabinieri che hanno donato la loro vita nella strage di Nassiriya ed in particolare coloro che erano originari della Sicilia, il Gen. C.A. Luigi Robusto, Comandante Interregionale Carabinieri “Culqualber”, questa mattina, ha commemorato i caduti di Nassiriya, in una toccante messa di suffragio – nella sala di rappresentanza della Caserma “A. Bonsignore” – a cui hanno preso parte il Prefetto di Messina D.ssa Maria Carmela Librizzi, il Sindaco Metropolitano on. Cateno DE LUCA, le massime Autorità civili e Militari della città nonché una rappresentanza dell’Istituto artistico “Ernesto Basile” di Messina.
La cerimonia è stata officiata dal Cappellano Militare della Legione Carabinieri Sicilia don Rosario Scibilia, dal cappellano militare della Marina don Andrea Di Paola e dal cappellano della Polizia Penitenziaria Don Salvatore Alessandrà.
Al termine della celebrazione eucaristica il Generale Robusto ha voluto ringraziare i familiari delle vittime intervenuti, ricordando come l’Arma si sia sempre stretta attorno a loro condividendo il ricordo commosso, sempre vivo ed attuale, dei caduti per la pace ed ha aggiunto che tutti coloro che hanno scelto di prestare giuramento indossando l’uniforme sono consapevoli dei valori che incarnano “poiché indossare una divisa non vuol dire vestire un abito qualsiasi ma accettare consapevolmente il rischio di andare incontro al sacrificio estremo ed è questa coscienza che rende Eroi”.
Infine, apprezzando la sentita partecipazione dei giovani dell’Istituto artistico “Basile” alla commemorazione, il Generale Robusto ha posto l’accento sull’importanza di operare con i giovani educandoli con l’esempio a credere nei valori che sono segni distintivi di una fede, di un credo e di una disciplina, necessari per rispettare, amare ed onorare lo Stato e le sue Istituzioni.

Tra i momenti più toccanti della cerimonia la lettura dei nomi dei caduti di seguito elencati, tra cui i sei di origine siciliana:
• DOMENICO INTRAVAIA: 46 anni, di Monreale, Appuntato dei Carabinieri in servizio al Comando Provinciale di Palermo;
• ORAZIO MAJORANA: 29 anni, di Catania, Carabiniere Scelto in servizio nel Battaglione Laives in provincia di Bolzano;
• GIUSEPPE COLETTA: 38 anni, originario di Avola (SR) ma da tempo residente a San Vitaliano, in Campania, Vicebrigadiere in servizio al Comando Provinciale di Castello di Cisterna (Napoli);
• GIOVANNI CAVALLARO: 47 anni, nato in provincia di Messina e residente a Nizza Monferrato, Maresciallo in servizio al Comando Provinciale di Asti;
• ALFIO RAGAZZI: 39 anni di Messina, Maresciallo dei Carabinieri in servizio al RIS di Messina;
• IVAN GHITTI: 30 anni, milanese ma originario di San Fratello (ME), Carabiniere di stanza al 13° Reggimento Gorizia;
• DANIELE GHIONE: 30 anni, di Finale Ligure (Savona), Maresciallo dei Carabinieri in servizio nella compagnia Gorizia;
• ENZO FREGOSI: 56 anni, ex comandante dei NAS di Livorno;
• ALFONSO TRINCONE: 44 anni, originario di Pozzuoli (NA), sottufficiale era in forze al NOE;
• MASSIMILIANO BRUNO:40 anni, Maresciallo dei Carabinieri di origine bolognese, biologo in forza al Raggruppamento Investigazioni scientifiche (RACIS) di Roma;
• ANDREA FILIPPA: 33 anni, torinese, Carabiniere dall’ età di 19, in servizio a Gorizia presso il 13° Battaglione Carabinieri;
• FILIPPO MERLINO:40 anni, originario di Sant’ Arcangelo (Potenza), sposato Comandante della Stazione dei Carabinieri di Viadana (Mantova);
• MASSIMO FICUCIELLO:35 anni, Tenente dell’Esercito;
• SILVIO OLLA: 32 anni, dell’isola Sant’ Antioco (Cagliari), maresciallo in servizio al 151° Reggimento della Brigata Sassari;
• EMANUELE FERRARO: 28 anni, di Carlentini (SR), Caporal Maggiore Scelto in servizio permanente di stanza nel 6° Reggimento trasporti di Budrio (Bologna);
• ALESSANDRO CARRISI: 23 anni, di Trepuzzi (Lecce), Caporale, Volontario in ferma breve, anche lui in servizio nel 6° Reggimento Trasporti di Budrio;
• PIETRO PETRUCCI: 22 anni, di Casavatore (NA), Caporale dell’Esercito.
• ROLLA STEFANO, 65 anni, giornalista.
• BECI MARCO, 43 anni, cooperante Internazionale.
La cerimonia si è conclusa con la benedizione del monumento ai caduti di Nassiriya collocato all’interno del cortile della Caserma “A. Bonsignore”.

Il monumento, realizzato artigianalmente dagli alunni dell’istituto artistico “Ernesto Basile” di Messina, è costituito da un piano d’altare in pietra siciliana lavorata a mano, che poggia su 4 gambi di rose, in acciaio, sorretti alla base da 4 pietre, provenienti delle Terre di origine di ciascun caduto siciliano, che circondano una roccia rossa giunta direttamente da Nassiriya. Le quattro pietre italiche abbracciano la pietra irachena e “rappresentano simbolicamente le gocce di sangue, che, sgorgate dal sacrificio dei caduti, hanno fatto fiorire una rosa”. Infatti dalle 4 pietre affiorano 5 rose in ferro battuto, in ricordo di ciascuno dei caduti siciliani, sovrastate da un ripiano in pietra tipica siciliana.