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In attesa di conoscere ciò che deciderà la GUP Maria Vermiglio che ha preso tempo fino al prossimo maggio, e capire quindi se, per gli ex amministratori di Messinambiente Ciacci e Rossi, si potrà parlare di apertura di un processo o se tutto si sgonfierà prima come un palloncino bucato, alcune riflessioni nascono spontanee.
In primo luogo salta agli occhi l’evidente strabismo di politici e amministratori della nostra città. Silenti e assuefatti, quando si tratta di valutare i danni ricevuti in eredità dalle precedenti amministrazioni e fin troppo zelanti nelle faccende del presente.
E poi, anche il metodo sensazionalistico di alcuni consiglieri comunali, che passano il loro tempo a cercare scoop da prima pagina, portando faldoni di carte in procura, di cui poi, nella maggior parte dei casi, resta solo una conferenza stampa. Tempo dunque sottratto alle attività di Consiglio, in cui delibere e regolamenti languono ferme all’ordine del giorno, spesso per mesi e mesi. Certo, fino a maggio, non possiamo sapere se sarà anche questo uno dei tanti casi di bolla di sapone, però anche qui sgomenta la differenza di attenzione che la nostra politica ha voluto rivolgere agli aspetti procedurali della gestione di Messinambiente, piuttosto che all’azione amministrativa che i due esperti stavano portando avanti.
Raphael Rossi, è bene ricordarlo, era stato chiamato da Alessio Ciacci a collaborare al difficile percorso di risanamento di un’azienda che la stessa Procura aveva definito “una spaventosa macchina mangiasoldi”. L’amministrazione Accorinti, appena insediata nell’ estate del 2013, si era trovata a gestire un’eredità drammatica. Il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti praticamente inesistente, affidato a una società pesantemente indebitata, dai mezzi antiquati e fatiscenti, diretta da un management privo di reali competenze e tuttavia fin troppo ben pagato. E’ stato quasi naturale e doveroso rivolgersi a due tecnici di riconosciuta esperienza a livello nazionale e internazionale come Ciacci e Rossi. Durante la loro permanenza alla guida di Messinambiente era stata posta in essere una scrupolosa riorganizzazione dell’azienda, rimotivando il personale, verificando tutti i contratti firmati dalla vecchia dirigenza e portando alla luce – e all’attenzione della Magistratura – sprechi enormi e gravi responsabilità per anni di malagestione, attraverso denunce circostanziate che hanno condotto a clamorosi arresti.
Un’attività di questo genere, per la quale la nostra città non è mai stata abbastanza grata ad Alessio Ciacci e Raphael Rossi, ha messo in discussione interessi consolidati e una storica inerzia, sulla quale mai alcuni esponenti dell’attuale opposizione – così attenti e scrupolosi censori di tutte le azioni dell’amministrazione Accorinti – si erano soffermati con la necessaria attenzione.
Oggi comunque la città assiste ad un altro passo di cambiamento e rinnovamento nel settore dei rifiuti, con la nascita della nuova società Messina Servizi Bene Comune e la nomina dell’amministratore unico Beniamino Ginatempo.
Ginatempo, uomo di grande spessore culturale e umano, ha già dimostrato con la storia di una vita qual è il suo orizzonte politico in tema di rifuti, lotta alle mafie e alle speculazioni e salvaguardia dell’ambiente. Per questo, desideriamo augurare a Ginatempo di essere un pezzo importante della storia di cambiamento, dal basso, di questa città.