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Ad inaugurare la terza stagione di quiNteatro, rassegna teatrale diretta dal regista Giuseppe Pollicina, sarà “PubblicaMente” , un coinvolgente rapporto d’arte fra attori e pubblico che invita a pensare e a riflettere, insomma ad usare la mente attraverso il gioco del sorriso e dell’ironia, che andrà in scena al Teatro Trifiletti di Milazzo domenica 20 novembre alle ore 18 .00.

Uno spettacolo a metà  tra il cabaret e il varietà dove Toti e Totino si avvalgono della collaborazione del Maestro Alex Magri’ e che spazia su tutto ciò che è vita vissuta, dalla crisi, alla vita politica, alle abitudini quotidiane.  A tutto ciò si aggiunge una breve intervista per conoscere meglio i nostri protagonisti.

In riferimento al cabaret, da sempre vostro campo d’azione, come reagisce il pubblico alle vostre sollecitazioni?

Il pubblico è parte integrante e molto importante del nostro spettacolo. Noi lo coinvolgiamo, lo rendiamo partecipe così da abbattere la proverbiale quarta parete.

Da cosa trae maggiormente spunto il vostro repertorio?

Siamo attenti osservatori della vita quotidiana e molti nostri personaggi e situazioni ci vengono regalate dalla strada e da tante occasioni che da buoni osservatori cogliamo al volo.

Qual è il rapporto che vi lega alla vostra terra d’origine, la Sicilia? In che modo riuscite a difenderla dai cattivi commenti che sono sempre più frequenti al riguardo?

Fin dal nostro primo spettacolo la Sicilia ne ha sempre fatto parte. In ogni testo c’è sempre un particolare che racconta la nostra terra. Noi non ci riteniamo giudici e nemmeno sentenziato ma una pillola di riflessione la porgiamo sempre. Chi vuol capire ….

Da un recente rapporto riguardante l’attività teatrale in Sicilia è emerso che questo settore è in pericolo. Voi cosa ne pensate?

Il pericolo è in tutta Italia. Se i governi per reperire fondi fanno tagli alla cultura ed alla sanità, come è successo, significa mortificare un popolo ed una terra che ha dato i natali ai padri di una cultura che si studia in tutto il mondo.

Ritornando alle origini, cosa vi ha spinto a scegliere il teatro piuttosto che il cinema?

A parte i piccoli sketch noi ci siamo formati alla filodrammatica dell’orario salesiano Don Bosco di Palermo. Le difficoltà a mantenere compagnie numerose e la propensione per il cabaret in due ha fatto il resto. Ma rimaniamo pregni di e del teatro.

Tra i diversi generi teatrali qual è secondo voi quello che meglio si addice al pubblico siciliano e che trova più consensi ?

Il pubblico siciliano è abituato al teatro per nascita. Da millenni si rappresentano opere teatrali nella nostra isola dove ogni anno passano i più disparati generi ed artisti . Comunque lo spettacolo divertente accomuna tutti. Specie al giorno d’oggi.

Come immaginate il futuro del teatro in Italia?

Noi lo vorremmo ricco di scuole efficienti, di insegnanti preparati motivati e di opportunità per tutti i partecipanti. Il teatro dovrebbe essere per tutti coloro i quali hanno i requisiti per farlo. Senza lobby, raccomandazioni o direttori artistici che si prendono troppo sul serio.