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Automobili che attraversavano la sede stradale provinciale individuata per il montaggio dei banchi alle 6.30 e segnaletica di divieto installata solo alle 7.15.

Con queste premesse, si è aperto stamani il mercato del giovedì di Milazzo, allestito nel vasto spazio della riviera di ponente, dal vecchio mattatoio fino alla zona di S.Giovanni, tra un breve piovasco e la curiosità di una tromba marina intercettata sullo sfondo del mare, facendo risultare inefficaci i servizi di vigilanza dei locali Vigili urbani anche se presenti con corposo spiegamento di forze ed ammirevole impegno, ma impossibilitati a contenere la comprensibile e civile protesta dei commercianti, per via di un ordinanza comunale approssimativa che ha disatteso le aspettative di rilancio dell’economia mercatale.

Varchi presidiati in entrata e uscita per i flussi di visitatori, registrati comunque in una percentuale bassa di nemmeno duecento presenze nell’intero tempo di vendita, distanziamenti sociali e prescrizioni individuali per lo più rispettati, con buon uso di mascherine. Insorgono però
oltre agli ambulanti, anche i residenti nella zona i più penalizzati dalla artificiosa gestione dell’amministrazione comunale. Inoltre, molti operatori mercatali hanno rinunciato a montare i banchi sulla strada e solo alle 8 è stata raggiunta un intesa tra le parti.

A testimoniare l’insuccesso del format e il clima rovente, l’intervento di una storica commerciante barcellonese presente questa mattina a Milazzo: “Abbiamo osservato le distanze tra postazioni contigue e igienizzato il più possibile la merce e le superfici di contatto, purtroppo ci siamo rivolti con amarezza ai valorosi vigili perché era l’unico nostro interfaccia a cui esporre il nostro disagio che alimenta la crisi dei mercati rionali, già purtroppo esistente prima della pandemia”.

Alla domanda se il prossimo giovedì sarà nuovamente al suo posto, ribatte a malincuore: “Ho avvertito un triste allarme tra i miei colleghi, serve una riunione urgente con il Sindaco e gli assessori comunali per riprogrammare la disposizione degli stand e la viabilità, altrimenti preferiamo rinunciare, in queste gravi condizioni non si guadagna nulla”.

Questa nuova emergenza riscontrata ha evidenziato delle lacune nella macchina amministrativa, dove la burocrazia ha prevalso sulle esigenze dei cittadini in subbuglio sui social in contrasto con la riapertura, e soprattutto di un comparto in seria difficoltà che esige e merita immediate risposte di concreta fattibilità.