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Nella serata di chiusura del Milazzo Film Festival 2021, svoltasi a Palazzo D’Amico, abbiamo incontrato forse la presenza più di spicco dell’intera manifestazione, l’attore e regista Ninni Bruschetta, premiato con lo “Scarabeo d’Argento”, che è stato intervistato in esclusiva da Loredana Aimi per “OraWebTv”. 

Qual è stato il momento in cui ha iniziato a recitare? 

Al cinema a 25 anni perché avevo scritto un film indipendente insieme a Francesco Calogero e insieme decidemmo che io interpretassi quel ruolo. Da allora ho interpretato più di 100 film tra televisione e cinema, ma ho sempre fatto il regista. Invece nel 2019, grazie a quella pazza della mia pianista Cettina Donato, ho recitato in teatro e ora sono al quarto spettacolo.

Qual è l’attore o l’attrice che le è rimasto nel cuore e perché?

Sicuramente Anna Maria Guarnieri che ho diretto. Ho recitato con tutti. Potrei dire Giancarlo Giannini o arrivare fino a Woody Allen, quelli sono i nomi istituzionali. Forse mi dovrebbe venire in mente l’attore giovane con cui ho recitato. 

Chi ricorderebbe tra gli attori giovani? 

Per adesso faccio uno spettacolo con Federica De Benedictis che è bravissima. Ho messo in scena l’Amleto con Angelo Campolo che ha 35 anni, è uno degli attori più importanti che vi siano in Italia. Ho appena finito di recitare, diretto da un mio allievo Michele Sinisi e insieme a me c’era in scena Gianni D’Addario.Ho anche fatto un ruolo importante nell’ultimo film di Checco Zalone, però ripeto sono tanti. La regista che mi ha lasciato qualcosa d’importante è stata Sabina Guzzanti. Ho lavorato con Paolo Sorrentino, con Tony Servillo, con Gigi Lo Cascio. Ho fatto esordire in teatri Claudio Gioè che aveva fatto l’Accademia. 

C’è una parte, un ruolo nel quale si è immedesimato?

Sicuramente quello nel film di Sabina Guzzanti, dove facevo la requisitoria nelle visti di Ingroia al processo Dell’Utri. Ma anche perché quel personaggio è come Marcantonio. Fare una requisitoria al cinema è un gusto per l’attore. Tra l’altro Sabina ha voluto che la facessi tutta a memoria e così abbiamo fatto. Poi in realtà lei ne ha montato solo 10 minuti.

Qual è il film a cui è più legato?

Sicuramente “La Trattativa”, ma anche “Boris” il film mi piace di più della serie “100 passi” e poi dei piccoli film  “I cinghiali dei  portici” di Diego Olivares, regista indipendente e sconosciuto.

Ha dei sogni nel cassetto che vorrebbe realizzare? 

No, sono troppo vecchio per avere sogni nel cassetto. Poi ho appena fatto un disco e siamo qua anche per presentare questo. Il sogno è di continuare a fare bene il mio lavoro finché non me vado in pensione.

Ha dovuto rinunciare a qualcosa d’importante per il suo lavoro?

No. 

Se potesse tornare indietro rifarebbe tutte le scelte fatte fin ora oppure no? E se è no, cosa cambierebbe?

Diciamo che farei le stesse cose però studierei di più, magari farei l’inglese, visto che non sono riuscito a impararlo con una moglie inglese per 25 anni a casa e forse continuerei a suonare il pianoforte, soprattutto ora che lavoro con Cettina mi piacerebbe. So suonare il pianoforte ma non a tal punto da potermi esibire.

Ci vuole parlare di qualcosa di particolare che le sta a cuore in questo momento?

No, in particolare sono contento che siamo tornati in teatro.

Le sarà mancato tantissimo… 

Penso che sia mancato a tutti anche agli spettatori.

Quello sì, però a noi mandavano le repliche di tutte queste cose. 

Ma non è la stessa cosa.

Certo dal vivo è meglio. Grazie per la sua  disponibilità. 

La redazione di “OraWebTv” ringrazia Ninni Bruschetta per aver risposto alle nostre domande in modo cordiale ed affabile e si complimenta inoltre con l’addetto stampa del Milazzo Film Festival, il collega Luca Formica, perfetto raccordo fra la nostra Testata ed il noto attore messinese.