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Stamattina alla Camera del Commercio di Messina si è verificato l’agognato incontro al quale hanno partecipato, oltre alla Ram, le aziende operanti nell’indotto, i segretari confederali territoriali di Cgil, Cisl e Uil ed i segretari delle rispettive categorie. Si è trattato di un confronto dai toni forti comunque aperto al dialogo civile, ed ha riscontrato il raggiungimento di una fumata bianca che prevede aggiornamenti futuri sul tavolo delle trattative. Nel verbale firmato dalle parti si parla di “una gestione più flessibile e veloce” del lavoro anche per i protocolli in vigore dell’emergenza Covid-19. La raffineria conferma un investimento di 45 milioni di euro, quasi la metà rispetto all’anno scorso, ma l’obiettivo finale è quello “di garantire, al termine della vigenza delle restrizioni normative imposte dall’emergenza sanitaria e cessati gli effetti negativi determinati dalla stessa, la massima occupazione possibile”. Vengono confermate le attività manutentive ma rinviata la fermata del ciclo gasoli prevista nel quarto trimestre di quest’anno, al secondo trimestre del 2021. “La committente e le ditte appaltatrici, in tempi brevi, nell’ambito di un cronoprogramma redatto con le ditte, dovranno definire organizzazioni del lavoro e rotazioni compatibili con le esigenze di continuità operativa della Raffineria (realizzabili con eventuali doppi turni o semplici rotazioni di persone), affinché si possa dare un serio e decisivo contributo alla migliore e più equa gestione dei prossimi mesi di questo difficile anno” si legge nella nota redatta dall’incontro. Le ditte appaltatrici avranno un utilizzo distribuito ed equo degli ammortizzatori sociali ordinari e straordinari disponibili e, nelle attività e nelle situazioni in cui è possibile, dello strumento del lavoro agile da casa.
Le singole ditte appaltatrici avvieranno una adeguata programmazione finalizzata ad assicurare una rotazione fra le persone, in modo da rispettare da un lato le disposizioni di legge ed i protocolli condivisi fra Governo e Parti sociali, che prevedono un contingentamento delle presenze contemporanee, e dall’altro la legittima aspettativa di una equa distribuzione fra tutti delle ricadute occupazionali e retributive.