Il sindaco Giovanni Formica ha inteso replicare immediatamente ad una nota ricevuta dal sindacato Csa provinciale a proposito di alcune situazioni legate al personale di palazzo dell’Aquila. Una replica a muso duro col diniego a promuovere quel tavolo permanente che il sindacato aveva richiesto.
“Quando un sindacato esprime simile mediocrità, la Pubblica Amministrazione rischia davvero di morire ¬ – esordisce Formica -. Il CSA provinciale, come è capitato altre volte, non sa di cosa parla e invece di studiare si affida a proclami vuoti di significato e di pregio giuridico che hanno l’unica finalità di segnalare che la sigla esiste ancora.
I lavoratori a tempo determinato non corrono alcun rischio di vedere interrotto il rapporto di lavoro. Questo perché mentre il buon segretario probabilmente era in ferie, l’amministrazione ha adottato in giunta lo schema di bilancio 2018-2020 che consente la copertura finanziaria delle proroghe anche per il prossimo anno, purché si avviino le procedure di stabilizzazione entro quello corrente. Si parla, a vanvera, di scelte “che hanno lasciato scoperti ruoli nevralgici come quello del dirigente del servizio di ragioneria”, quando una norma, l’art. 9 comma 1 quinquies del D.L. 113/2016, impedisce qualsiasi assunzione ai comuni che non siano in regola con l’approvazione dei bilanci ed è notorio che noi abbiamo condotto in solitudine e senza successo una battaglia per chiederne l’abrogazione. Frattanto, però, con lo sforzo di tanti – tra i quali non certo il CSA – di strumenti finanziari ne abbiamo approvati parecchi, pur nella difficoltà determinata dall’assenza del ragioniere generale.
I vuoti di organico sono enormi, è vero ed io per primo ho denunciato che se non cambieranno le norme che allo stato impediscono le assunzioni, molti comuni sono destinati a chiudere i battenti, ma il prezzo vero di questa condizione folle è, in realtà, pagato più che dai dipendenti, dai cittadini che vedono peggiorare la qualità dei servizi. Quanto al piano triennale del fabbisogno del personale, è certo che lo faremo, ma non avrebbe avuto alcun senso concentrarsi nella predisposizione di un atto che, senza gli strumenti finanziari che ci accingiamo ad approvare, non avrebbe potuto prevedere alcuna stabilizzazione, né nel 2019 né nel 2020.
Peraltro – prosegue il sindaco di Milazzo – al momento, qualsiasi ipotesi di reclutamento verrebbe sonoramente bocciata dalla commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali presso il Ministero dell’Interno, sempre per via della mancanza dei bilanci.
Sorprende, ancora, che il CSA addebiti all’Amministrazione in carica il mancato avvio della contrattazione decentrata che è ferma al lontano 2010. Noi abbiamo ricostruito tutti i fondi per il salario accessorio mancanti, sino al 2019. Anche in questo caso, le determine non possono registrare il parere favorevole del collegio dei revisori dei conti per l’assenza degli strumenti finanziari e di certo non è ragionevole pensare di contrattare anni ormai chiusi, per i quali va fatta soltanto un’attività di ricognizione degli istituti azionati al fine della loro regolarizzazione o liquidazione. Promuovessero pure ricorso al Giudice del Lavoro, così avremo un’ulteriore sede dove dimostrare il livello di approssimazione con cui vengono affrontati temi così delicati per la vita dell’ente.
Di certo, finché questi saranno i toni e la qualità degli argomenti agitati – conclude Formica – non mi renderò disponibile ad alcun confronto e men che meno ad un tavolo permanente, che sarebbe una clamorosa perdita tempo. Trovo assai più utile per il personale e per la città continuare a lavorare, come sempre senza alcun contributo da parte del CSA, per accorciare i tempi che ci separano da una normalizzazione del Comune che è ormai a portata di mano”.