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I militari del Comando Provinciale Carabinieri di Messina, nel territorio di questa provincia, dalle prime luci dell’alba di oggi hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo peloritana, guidata dal Procuratore della Repubblica dott. Maurizio De Lucia, nei confronti di 14 soggetti (3 dei quali verranno ristretti in carcere, 11 sottoposti all’obbligo di presentazione alla p.g.), ritenuti responsabili – a vario titolo – di “tentata estorsione in concorso aggravata dal metodo mafioso e trasferimento fraudolento di valori” (art. 12 quinquies D.L. 306/92).

Il provvedimento scaturisce dagli esiti di una complessa indagine condotta, sin dal 2015, dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Messina – coordinata dai Sostituti Procuratori della Repubblica di Messina, dott. Angelo Cavallo e Vito Di Giorgio – nei confronti della famiglia mafiosa di Mistretta (ME), attiva nella parte più occidentale della provincia peloritana, che ha permesso di disvelare un tentativo di estorsione – posto in essere da un consigliere comunale di Mistretta, tuttora in carica, in concorso con altri due soggetti, di cui uno già destinatario di un provvedimento di sequestro dei beni, in ragione della sua riconosciuta intraneità a cosa nostra palermitana (mandamento di San Mauro Castelverde) – ai danni di 2 imprenditori edili, aggiudicatari dell’appalto, del valore di circa 1 mln. di euro, indetto dal citato Comune e finanziato dall’Unione Europea per la riqualificazione dei 12 siti ove sono installate le opere d’arte contemporanea che costituiscono il noto percorso culturale “Fiumara d’Arte”.

In carcere, su richiesta della procura di Messina diretta da Maurizio de Lucia, accolta dal gip Eugenio Fiorentino, sono andati Vincenzo Tamburello (commercialista e consigliere comunale di Mistretta), Isabella Di Bella, cartomante, e Giuseppe Lo Re, titolare di alcuni locali notturni .