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Giovedì 3 agosto 2023 al Teatro Comunale “R. Casalaina” di Novara di Sicilia, alle
ore 17:30 si presenteranno i primi risultati della campagna di scavo archeologico effettuata
sulla Rocca di Novara da una equipe di archeologi guidata dalla prof.ssa Lucia Arcifa del
Dipartimento di Scienze della Formazione, con la partecipazione degli studenti dei corsi
di laurea di Beni Culturali, Archeologia e della Scuola di Specializzazione in Beni
Archeologici dell’Università degli Studi di Catania.
Le indagini sono iniziate a luglio 2022 grazie alla Concessione di scavo stipulata con
l’Assessorato ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana – Soprintendenza per i Beni Culturali
e Ambientali di Messina e al sostegno del Comune di Novara di Sicilia che, tramite la sua
Amministrazione, ha assicurato in tutte le fasi un fondamentale apporto logistico e una
adesione convinta al progetto.
“Sono stato felice di sostenere gli scavi realizzati alle pendici di Rocca Novara, perché confermano
definitivamente le tesi degli storici locali su quale fosse la posizione originaria del paese di Novara. Sono
estremamente orgoglioso del fatto che queste scoperte proiettino il nostro comune in ambito culturale
internazionale poiché Rocca Novara è sempre stata di una elevata importanza strategica, infatti mi sto
impegnando nella ricerca di finanziamenti che possano incrementare in futuro i fondi per gli scavi.
Non dimentico che sono passati settant’anni, dagli scavi effettuati a Sperlinga, nella frazione di
San Basilio, dal Prof. Bernabò Brea, e la nostra zona, di grande interesse archeologico poteva dirsi
abbandonata. Approfitto di questa occasione per comunicare che stiamo allestendo proprio in questi giorni
il Museo Archeologico di Novara di Sicilia (MANOS), la prima sala espositiva dedicata alla preistoria
in tutta la provincia di Messina che in particolare rappresenterà le stratigrafie e i materiali archeologici
della Sperlinga che vanno dal Paleolitico Superiore (Epipaleolitico) all’Età del Rame, in sinergia con la
Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Messina, il Parco archeologico delle Isole Eolie e con
il Museo Archeologico “L. Bernabò Brea” di Lipari. La mia amministrazione intende continuare su
questa strada” dichiara il Sindaco Gino Bertolami.
La campagna di ricognizione ha consentito di accertare la natura fortificata del sito,
posto ai piedi della Rocca, a quota 1204 m s.l.m.; l’analisi delle strutture murarie esistenti,
conservate per pochi filari e sotto strati di crollo, benché fortemente disturbate da scavi
clandestini passati, ha evidenziato l’esistenza di un circuito difensivo lungo i limiti del
pianoro, al cui interno si distribuiscono oltre 120 emergenze tra capanne circolari, edifici
a pianta rettangolare, siloi per granaglie, cisterne. I ritrovamenti di superficie hanno
consentito di datare tra fine IX e X secolo la costruzione della fortezza che si inserisce nel
contesto di una più ampia difesa territoriale della cuspide nord-orientale dell’Isola e dello
Stretto di Messina da parte bizantina per fronteggiare l’avanzata islamica lungo la costa
tirrenica a nord e la Valle dell’Alcantara a sud.
La valenza strategica del sito di Rocca di Novara, emerge con grande rilevanza in questa
fase assicurando il controllo visivo del tratto di costa tra Tindari e Milazzo nonché le
principali direttrici di marcia lungo le fiumare del Patrì e del Mazzarà S. Andrea, lungo la
via di cresta tra Peloritani e Nebrodi, e in direzione dell’Alcantara.
Lo scavo appena conclusosi ha consentito di mettere in luce il perimetro di un
edificio (9×6 m) verosimilmente un deposito, il cui elevato si conserva per oltre un metro.
Si tratta di una conferma importante della qualità dei resti e delle potenzialità del sito che
consentirà di accrescere le nostre conoscenze su una fase di grande rilievo per la storia
della Sicilia altomedievale e per la ridefinizione del paesaggio insediativo. La presenza di
queste fortificazioni e le necessità connesse al loro approvvigionamento è probabile che
abbiano creato le condizioni per il sorgere a quote più basse e accessibili di nuclei di
popolamento rurale. La ricerca in questo senso si apre alla comprensione dell’imprinting
bizantino alla definizione dei paesaggi della Sicilia nord-orientale ponendo le basi per una
riflessione sulla nascita dei centri come Novara di Sicilia e le sue frazioni. Fin d’ora il sito
di Rocca di Novara consente di accertare l’impegno e lo sforzo economico di Bisanzio
nella difesa dell’Isola e del controllo sullo Stretto, ponendosi come caso studio di
eccezionale valore per lo studio e la comprensione della proiezione mediterranea
dell’impero.