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È morto nei giorni scorsi a Novara di Sicilia Nino Trifilò, poeta, narratore, saggista e drammaturgo.

Il 18 agosto del 2017 a Palazzo Salvo-Risicato la sua ultima apparizione in pubblico in occasione della presentazione del libro di poesie “Germogli e Bollicine”. In quella circostanza intervennero il Sindaco Gino Bertolami, il Presidente Regionale dei Borghi più Belli d’Italia Salvatore Bartolotta e la poetessa ed artista Antonella Maria Sofia Suraci che declamò le poesie “Il mondo d’allora”, “Profumi e colori” e “Fantasia”. L’anno precedente aveva presentato “Aria di Borgo Natio/Il Tempo dell’Attesa”.

Tra le sue opere si ricordano: L’uomo del sole ovvero “II pernacchiatore” 1991, L’argento sotto la Rocca Salvatesta (Novelle paesane) 1995, Sulle orme del tempo (Poesie) 1999/2000, ‘U cuntu torna (Commedia in tre atti e un quadro in dialetto novarese) 2000, I radighi da’ me terra (Poesie dialettali) 2004/2005, Mi ritrovo/Pensieri infiniti (Poesie)-2004/2005, Monodia (Poesie) 2004/2006, La scala della vita/Perverso spleen (Poesie)-2006/2007, Fior da fiore (Sonetti)-2007/2008, Foglie di memoria/Emozioni (Poesie) 2007/2008, Supina incoscienza/Percezioni/Sole amaro (Poesie) 2008/2009, Matteu (Romanzo d’ambiente) 2010, L’urlo del tempo/Un calcio al cielo/Il canto della bestia (Poesie) 2009/2011).

“Il Prato dei Giuochi Dimenticati” è una sua pubblicazione che ha avuto un successo strepitoso ed ancora viene portato dall’editore Giambra in tutte le fiere. Vede al centro la tanto amata Novara e nella quale è contenuta la  minuziosa descrizione degli antichi giochi che i bambini praticavano nei tempi della fanciullezza dello scrittore. Intimamente legato ai ricordi giovanili, l’autore descrive gli antichi giochi, che fra tanta povertà, tantissima genuina umanità erano i protagonisti, fra i ragazzi, dei pomeriggi invernali e delle calde giornate estive novaresi di tanti anni fa. Tutto è permeato da una sottile vena di nostalgia. Nostalgia dei giochi spensierati sulle strade del paese, con le scarpe tutte impolverate. Nostalgia di un gelato al mandarino, fresco e frizzante, comprato magari con i soldi regalati dal nonno. Nostalgia di quella infanzia ormai lontana, di quelle gioie provate nelle piccole cose. Una gioia che magari oggi non esiste più, ma che non è stata mai dimenticata. Il ricordo di antichi giochi fa capolino nel cuore di un uomo che torna bambino, che rivive il fascino dell’infanzia e dell’adolescenza in un tempo in cui i giochi erano una palestra di vita , altro che giochi ed amicizie virtuali. Il quotidiano “la Repubblica” gli ha dedicato un’intera pagina.

Nel corso dei funerali, celebrati nella Chiesa Madre dedicata alla Madonna Assunta, ha preso la parola Salvatore Bartolotta il quale, nel dare l’ultimo saluto, ha ricordato le performance calcistiche di Nino Trifilò nella gloriosa Ac Novara, la vita dedita al lavoro ed alla scrittura, l’opera di ricerca riguardo la Lingua Gallo Italica, come il compianto Prof. Pippo Labisi, (Trifilò stava per terminare un ulteriore vocabolario che Bartolotta si augura di completare al più presto e farlo stampare). Il Presidente Regionale dei Borghi più belli d’Italia ci dichiara:  “Con la dipartita di Nino Trifilò Novara perde un grande uomo di Cultura, la sua eredità rimarrà in tutte le case dei compaesani, dove tutti hanno un libro suo. Un galantuomo d’altri tempi ma nello stesso tempo molto contemporaneo e realista. Ha voluto, fino agli ultimi giorni della sua vita, vivere nella sua casa ed è stato accontentato. Per me è stato un secondo Padre, da lui ho imparato tanto e per questo gli sono tanto grato. Lo ricorderò sempre con tanto affetto.”

Chiudiamo il ricordo di questo “grande novarese” con la testimonianza accorata di Antonella Maria Sofia Suraci, amica di Nino Trifilò, il quale la voleva sempre alle proprie presentazioni, segno di una reciproca stima ed amicizia. “I poeti non vanno via….ma vagano per sempre nei luoghi che hanno amato. Nino Trifilò ha scritto parole intense per la sua Novara… usando sia la prestigiosa lingua del luogo… che un Italiano pregno di vocaboli, da tempo, dimenticati nel linguaggio comune. Nei suoi scritti, primeggiano tre grandi AMORI: la sua adorata sposa… l’infanzia con le sue tradizioni di antichi giochi….e Novara dolce e solenne…il caro luogo delle sue gioie e delle sue malinconie…Novara… Ia mia ….la nostra….la SUA NOVARA…. A.