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Sul grave sistema d’interessi e di malaffare che ruotava intorno alla discarica di Mazzarà con la connivenza del Comune, così come emerge dall’inchiesta, interviene il sindaco di Furnari, Mario Foti, che in questi anni ha portato avanti con tenacia e coraggio, una vera e propria battaglia etica ed ambientale a tutela della sua comunità.

“Le recenti vicende giudiziarie che hanno portato all’arresto del sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea e dei vertici della società mista “TirrenoAmbiente s.p.a.”, – scrive l’avv. Foti in una nota appena diffusa – hanno ulteriormente svelato il crogiolo di interessi illeciti, sempre denunciate dal Comune di Furnari in tutte le sedi, che oggi  risulta ancora più confermato.

In oltre un decennio di attività una gestione societaria avvenuta fuori da ogni regola e dal pubblico controllo, – sottolinea – ha gravemente compromesso l’ambiente e le matrici primarie e naturali di acqua, aria, suolo e sottosuolo.

Del pari, l’intera vicenda dimostra come questi gruppi di potere – chiosa il primo cittadino furanerese – hanno pesantemente interferito sulle vicende elettorali ed amministrative delle comunità di Furnari e di Mazzarra S. A., evidenziando come le istituzioni locali siano state condizionate, strumentalizzate ed aggredite da chi ha fatto della cosiddetta “emergenza rifiuti” un oleato sistema che ha solo dilapidato pubbliche risorse. Al contempo oggi più di prima occorre mantenere alta la soglia di vigilanza per il pericolo attuale ai danni dei bilanci degli enti locali, stante la pendenza di milionari contenziosi e di discutibili transazioni fatte dalla società d’ambito ATOME 2 con società multinazionali.

Non va sottaciuto ancora come questi gruppi economici che hanno gestito la società mista “TirrenoAmbiente s.p.a.” si sono accreditati per troppo tempo come false vittime di disegni estorsivi allo scopo di mascherare i loro loschi traffici creando con una rete complessa ed articolata, fatta di incarichi e prebende  in violazione delle leggi, al fine di ottenere credibilità ed immunità da parte delle istituzioni sia dal punto di vista giudiziario che da quello  amministrativo.

Adesso che grazie al lavoro encomiabile della Guardia di Finanza coordinata dalla Procura di Barcellona P.G., questo sistema è stato scoperto, si comprende bene la portata della strategia  e la pericolosità sociale di questi pseudo imprenditori che — grazie a personaggi di mezzo e noti professionisti accreditati – hanno ottenuto nel corso del tempo importanti coperture istituzionali e sostegno mediatico: tutto questo ha consentito di beneficiare di una quasi assoluta mancanza di controlli e di ogni sorta di immunità, mentre la predetta società mista veniva utilizzata come un autentico bancomat per inconfessabili interessi personali.

Va rilevato ancora come  il coinvolgimento e la presenza nella società mista di un ex senatore, facente parte della Commissione Parlamentare sul ciclo illecito dei rifiuti, già oggetto di un censurato operato all’ interno di quella istituzione, mette in luce il grave vulnus arrecato alla credibilità della medesima istituzione parlamentare.

Peraltro, un altro dato importante che emerge dalle risultanze investigative è quello che, nonostante la girandola di nomi nuovi nei vertici societari, a decidere e dirigere dietro le quinte restava sempre un noto personaggio che per oltre undici anni ha retto la struttura societaria, creando rapporti, interessenze e lucide strategie.

Proprio per tale ragione, i recenti sviluppi giudiziari impongono e rendono ormai indifferibile il commissariamento della società mista “TirrenoAmbiente s.p.a.”.

Alla luce delle superiori risultanze investigative e delle gravi violazioni accertate in campo ambientale, – conclude Foti – si chiede che l’ Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente  applichi finalmente in danno alla suddetta società mista quelle sanzioni da tempo richieste dal Dipartimento Regionale alle Acque e dei Rifiuti, nonché proceda alla riscossione delle fideiussioni bancarie attivate e non ancora riscosse.

Ciò al fine di mettere in sicurezza il sito dell’invaso e di salvaguardare le matrici ambientali di acqua, aria, suolo e sottosuolo delle popolazioni che risiedono intorno alla discarica.

Infine Foti propone con un urgenza l’intervento delle istituzioni competenti al fine di ridare dignità ad un territorio e all’immagine della politica in generale: “In ogni caso si chiede una ispezione sull’autorità regionale competente ed un intervento sostitutivo del Ministero dell’Ambiente anche in raccordo col Ministero dell’Interno.

La superiore richiesta viene ulteriormente formulata per restituire autorevolezza alla politica che questa grave vicenda ha messo in discussione”.