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Duro colpo alla mafia tirrenica dedita allo spaccio di droga, traffico di armi e smercio di denaro falso tra Milazzo, Barcellona e e Terme Vigliatore, specie nei locali d’intrattenimento locali. In manette 21 soggetti, secondo le prime indiscrezioni nella rete di questo articolato sistema ci sarebbero 10 della città del Longano ed anche un consigliere comunale del vicino comune di terme.

I Carabinieri di Messina nella mattinata di oggi hanno eseguito, nelle provincie di Messina e Siracusa, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta della D.D.A.A.. peloritana, nei confronti di 21 componenti di un organizzazione di narcotrafficanti, che aveva monopolizzato il mercato degli stupefacenti su gran parte del litorale tirrenico messinese.

Fiumi di hashish e marijuana, prodotte sulle montagne dei Nebrodi sotto l’egida delle famiglie mafiose di Tortorici, giungevano fino alla costa per essere smerciate nei locali e nelle principali “piazze di spaccio” controllate dalla banda, che aveva base proprio a Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto.

L’operazione, portata a termine a due mesi di distanza dall’attentato al Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, colpisce direttamente uno dei settori di maggior interesse criminale per le consorterie tortoriciane, confermandone il ruolo egemone nel particolare settore della coltivazione su vasta scala di sostanze stupefacenti.

Aggiornamenti in corso..

Durante la mattinata verranno resi noti i nomi degli arrestati tra Barcellona, Milazzo e Terme Vigliatore.

Intanto dalle indagini appare chiara la fitta rete di nomi nuovi e di leve appena inserite nella mappa delle organizzazioni criminali, che gestivano principalmente le ‘piazze spaccio di droga’ nei territori di Milazzo e Barcellona. Su tutti predominava l’organizzazione il 42enne tortoriciano Carmelo Galati Massaro che teneva tutti in pugno con la collaborazione di moglie e fratello.

In questa sorte di piramide gerarchica dei ruoli e dei territori spicca il nome di Nicolino Isgrò, 48 anni di Condrò, a cui l’organizzazione aveva dedicato il compito di essere il collante tra i gruppi che controllavano lo spaccio a Milazzo e quelli che controllavano lo spaccio a Barcellona. da quanto appare dalle intercettazioni si operava in una sorta di ‘tacita pace’ con definizione dei territori al fine di evitare che le forze dell’ordine potessero essere attirati da eventuali lotte.