Sull’annosa questione dell’OPG di Barcellona e le condizioni in cui vivono da molti anni i tanti malati mentali e detenuti, arriva un forte grido d’allarme del Circolo ARCI “città futura”.
“Le notizie che giungono e/o non giungono, dal “Vittorio Madia” – questo mostro bifronte che è ancora OPG ed è già carcere – ne svelano la natura di luogo di diritti negati ed oltraggiata umanità – scrivono nella nota – e ci inducono ad alzare più forte e chiaro il grido: non dimenticare l’OPG abolire il carcere! Dopo che più di 15 mesi sono passati dalla data di definitiva chiusura degli OPG prevista dalla legge, nel “Vittorio Madia” sono ancora illegalmente rinchiuse una trentina di persone e ancora non giunge notizia della reale fine di una vergognosa realtà durata troppo a lungo. È necessario non dimenticare per meglio combattere l’OPG: che sopravvive nella normativa e nella sua applicazione di comodo, che rinasce in certi modi di concepire e gestire le rems, che si fonde con la mentalità manicomiale e ne rafforza il frutto più indegno: la pratica di legare pazienti psichiatrici, vecchi e disabili. Occorre non dimenticare l’OPG perché sono tanti, troppi i matti (le persone) da slegare. Ci colpisce la notizia che un uomo è morto, – denuncia l’ARCI – si è tolto la vita dopo che il carcere gli ha tolto la salute, la speranza e la volontà di vivere. Un uomo è morto di carcere! Chi deve faccia luce piena e fino in fondo! Non è ammissibile che dopo tutto quello che gli è stato negato da vivo gli si neghi anche verità e giustizia da morto. Abolire il carcere – che produce malattie, suicidi, potere criminale, costi spropositati e mancanza di sicurezza – è un percorso non breve e non facile, – concludono – ma è possibile ed è necessario; è un percorso di civiltà su cui avviarsi fin da subito abolendo separatezza ed indifferenza sociale e territoriale”.