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Sulla scottante questione Ospedale ‘Cutroni Zodda’ si è svolto nel pomeriggio di ieri l’incontro tra la delegazione dei Sindaci del Distretto sanitario D28, formata da Roberto Materia, Bartolo Cipriano, Felice Borghese, Paolo Imbesi e l’Assessore Regionale alla Salute on. Baldo Gucciardi con lo scopo di portare le proteste di un intero comprensorio e comprendere meglio la strada intrapresa in tema di riorganizzazione della rete ospedaliera.

Si è innescato un acceso confronto, iniziato con la relazione del Direttore Generale dell’ASP Messina, Gaetano Sirna, i vari interventi dei sindaci e infine le parole dell’Assessore regionale alla sanità, Baldo Gucciardi che ha rassicurato i primi cittadini, dichiarando di essere pronto ad essere al loro fianco in questa protesta. In sostanza se entro breve tempo, da Roma non arriva il sostegno dovuto al fine “di consentire reperimento delle risorse umane per realizzare quanto contenuto in tutti gli atti prodotti efficacemente dall’Assessorato Regionale alla Salute, insieme ai Sindaci, – ha spiegato Gucciardi – inizierà una forma di protesta al fine di potere dare a tutti i cittadini siciliani le giuste risposte sanitarie”.

Nel durante ieri pomeriggio all’Oasi si è dato vita ad un ennesima manifestazione a difesa dei diritti alla salute dei cittadini barcellonesi e del comprensorio, una vera e propria ‘assemblea pubblica’ in cui erano presenti cittadini, studenti, dirigenti, amministratori, consiglieri e parrocchie.

Sul tema è intervenuto anche il circolo Arci Cohiba di Barcellona, il quale attraverso una nota ha espresso la sua opinione sulla gestione sanitaria nel comprensorio e in Sicilia:”Apprendiamo dell’avvenuto incontro tra l’assessore regionale Gucciardi e i sindaci del distretto sanitario D28. Le rassicurazioni pervenuteci non risultano, invero, affatto rassicuranti, dal momento che non fanno alcuna chiarezza su quello che doveva essere l’unico obiettivo del confronto a Palermo, e cioè la certezza sul destino del nostro ospedale. Come abbiamo già avuto modo di dire, il nostro più grande timore è che adesso, in presenza di una marcia indietro dell’Assessore Gucciardi (pur sempre lo stesso che in prima istanza aveva presentato il piano contenente la chiusura del Pronto Soccorso di Barcellona, salvo poi rimangiarselo), il risultato sia un’ulteriore sospensione che lasci la situazione così com’è, rilanciando ancora una volta il “toto-reparti” visto fin qui. Peraltro il recente annuncio da parte dello stesso assessore che nessun ospedale siciliano verrà chiuso da lui, lascia intendere anche che fino a nuove elezioni la situazione della sanità resterà quella che è. Ovvero insostenibile. Il mantenimento di un pronto soccorso privo di reparti fondamentali come, almeno, la rianimazione è inaccettabile quanto la chiusura del pronto soccorso stesso. L’annunciata protesta a Roma per cui Gucciardi si sarebbe reso disponibile deve investire il DL Balduzzi e il Decreto Ministeriale 70, ma deve presupporre la completa riformulazione degli indirizzi intrapresi fin qui a livello regionale e distrettuale, poiché questi non tengono in alcun conto la realtà cui si applicano, rispondendo invece a principi economicistici incompatibili con il nostro sacrosanto diritto alla salute. La razionalizzazione deve rivolgersi contro gli sprechi e chi li produce, dal momento che questi costituiscono a tutt’oggi un ammortamento intollerabile di fondi sanitari che potrebbero essere recuperati a vantaggio dei servizi. Tagliando semplicisticamente le spese, il risultato sarà l’impossibilità di erogare un vero servizio sanitario, negando di fatto il diritto alla salute, perpetrando un’enorme ingiustizia ed agendo contro qualunque principio costituzionale ed anche morale. Una reale, profonda revisione della rete sanitaria regionale non può e non deve in alcun modo prescindere dalla correzione di tutte quelle storture che anni di politica clientelare hanno accumulato. Riteniamo dunque che amministratori e cittadini non debbano arrestare la protesta alla luce degli ultimi fatti, ma debbano invece puntare ad ottenere sin da subito un piano che non solo mantenga, ma che potenzi il servizio sanitario, il quale ad oggi versa nell’impossibilità di operare anche in casi di emergenza, con l’attualissimo rischio di produrre tragedie da un momento all’altro. Lo stato dell’offerta sanitaria del nostro distretto viola l’art. 32 della Costituzione ed è per ciò stesso illegale”.