Azioni lodevoli e senza dubbio degne di nota, ‘piccole’ ma ‘fondamentali’ di due giovani del nostro territorio, specie di questi tempi, in cui le donazioni di sangue scarseggiano in Italia e regione per via anche della paura da Covid-19.
Infatti sono diversi gli appelli, di esperti ed addetti ai lavori del settore medico, che da settimane invocano i cittadini a dare il loro contributo nella donazione, poiché le quantità del vitale ‘liquido’ per molti pazienti, si fa sempre di meno rispetto alla grande richiesta nelle diverse strutture ospedaliere del territorio nazionale, regionale e locale. E sopratutto è da segnalare che non esiste nessun rischio di contrarre il virus, ma risulta solo un azione per far del bene a qualcuno che sta soffrendo in attesa di sangue.
Un gesto di grande solidarietà e sensibilità arriva da due giovani, in risposta a ‘pregiudizi’ e ‘preconcetti’ sulla generazione di oggi, da parte della società che li definisce privi di sentimenti e senza principi e valori. Mai generalizzare come in ogni ambito della vita, perchè ci sono anche soggetti come Carmelo Furnari di Terme Vigliatore e Tino Ferrara di Novara di Sicilia che si sono recati all’Ospedale Fogliani di Milazzo con l’associazione AMDAS, per rispondere ‘presente’ all’appello, donando e cercando di promuovere in altri giovani la ‘cultura dell’aiutare’ il prossimo tuo come te stesso…
Risulta di particolare intensità anche la testimonianza di Carmelo, che spiega le ragioni che lo spinge a ‘donarsi’: “Tutto ebbe inizio dopo una giornata trascorsa in ospedale quando andai a fare visita ad un paziente, – racconta il giovane – durante l’attesa notai subbuglio provenire da una stanza adiacente all’area. Avvicinandomi vidi una triste nonnina in lacrime perché aspettava il sangue per la sua cura di trasfusione e fu proprio lì che mi sensibilizzai alla problematica”.
Dentro la mente del giovane, scatta la scintilla quando vedi da vicino una persona che sta ‘male’ per la reale scarsa reperibilità di sangue: “Così decidetti di investire quel tempo per recarmi nella sala prelievi e donazioni e chiesi ai dottori se avessero bisogno di sangue e che fossi disposto a donarne, così dopo aver firmato le autorizzazioni procedettero col prelevare campioni da analizzare, dopo una settimana con i dovuti controlli ricevetti la notizia di essere idoneo nel donare.
Sono donatore da qualche anno e ieri sono stato chiamato nuovamente a fare la mia parte, allora armato di buona volontà nell’aiutare il prossimo – conclude Furnari – contattai il presidente della mia associazione AMDAS, Mimmo Italiano, e chiesi di accompagnare me e mio cugino in ospedale per fare il grande gesto”.