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Nella mattinata di oggi la Duferco Energia di Genova, presenta alla Camera di Commercio di Messina, con inizio alle ore 11, il nuovo impianto “Peaker” per la produzione di energia elettrica sviluppato a Pace del Mela, con l’obiettivo di garantire la sicurezza e la sostenibilità del sistema elettrico regionale.

«L’investimento è di notevole interesse per l’intero tessuto produttivo della nostra provincia – afferma il presidente dell’Ente camerale, Ivo Blandina – si tratta di un impianto a impatto ambientale pressoché nullo, alimentato a gas naturale, che ha l’obiettivo di fornire servizi di regolazione del sistema elettrico siciliano. Auspichiamo vivamente la partecipazione di amministratori locali, categorie economiche e cittadini a questo primo incontro con i rappresentanti della società, che illustreranno il progetto nel dettaglio ». La necessità di impianti come questo nascono dall’impossibilità di rivolgersi a centrali di produzione elettrica a carbone per bilanciare il fabbisogno di energia. Le centrali a carbone infatti, dal 2025 dovranno essere chiuse: senza alternative il rischio è il black-out.

L’area prescelta per la realizzazione dell’impianto si trova a Giammoro, all’interno del sito industriale dove sorge il laminatoio travi e profilati di Duferdofin Nucor. «Il nostro è un investimento sul territorio reso necessario dai recenti sviluppi del sistema energetico nazionale – commenta Antonio Gozzi, presidente di Duferco Italia Holding – impianti come quello di Pace del Mela non solo saranno in grado di garantire la sicurezza della rete elettrica siciliana, evitando rischi di black-out, ma consentiranno anche il mantenimento di un’elevata percentuale di produzione da fonte rinnovabile».

Un progetto nazionale che per la Duferco ha già avuto una “prima” a Nave (Bs) con un investimento di circa 60 milioni. ” Sono impianti di servizio direttamente gestiti da Terna (che sulla base di aste periodiche dovrà remunerare l’investimento, con un ritorno stimato da Duferco in una decina d’anni) e chiamati – assicura l’azienda – per un basso numero di ore all’anno, non più di 800, in momenti di emergenza della rete».

Un impatto per il territorio che, secondo quanto precisato dal presidente Gozzi, risulta nullo: ” L’impatto in termini di consumo del suolo e molto limitato è anche l’impatto delle opere accessorie“.