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Nella serata di ieri il Consiglio Comunale convocato sulla gravosa questione del Piano di Riequilibrio, dopo esser caduto il numero legale alla luce delle divergenze tra la minoranza e maggioranza, la seduta è stata rinviata a stasera per la decisione sull’avvio dell’iter che a detta dell’amministrazione è “un atto fondamentale per le prospettive future dell’Ente e della Città”.

Secondo la giunta guidata da Roberto Materia e i consiglieri di maggioranza, che hanno diffuso una nota congiunta:  “E’ una decisione di estrema importanza, rispetto alla quale ci si può (ci si deve!) confrontare entro i limiti che vengono concessi dalla legge, e soprattutto, dalla situazione finanziaria del Comune, ma a cui, comunque, non ci si può sottrarre. Oggi, in realtà, si tratta “soltanto” di deliberare l’avvio della procedura: il Consiglio Comunale, in altri termini, valutati i conti del Comune sulla base delle prime indicazioni fornite dagli uffici, deve decidere se avvalersi o meno del piano di riequilibrio. L’eventuale approvazione della procedura non comporterebbe dunque un “salto nel buio”, perché da questo momento decorrono i 90 giorni che assegna la legge per provvedere alla dettagliata ricognizione della massa debitoria, per l’elaborazione del vero e proprio piano di riequilibrio e, infine, per la sua approvazione.
Il piano potrà essere modificato se dal suo esame emergessero dei profili di criticità, come potrebbe essere bocciato; come anche il Consiglio Comunale potrebbe revocare l’intera procedura o la sola richiesta di accesso al fondo di rotazione (questo lo afferma la stessa Corte dei Conti nelle recenti Linee guida dell’aprile 2018).
Non v’è dubbio che il ricorso al Piano di riequilibrio determina degli oneri, ma è altrettanto indubbio che oneri ancora maggiori deriverebbero per l’Ente, per i cittadini e per gli stessi creditori del Comune (dunque anche piccole imprese locali) dalla dichiarazione di dissesto.
La procedura di riequilibrio nasce proprio per evitare questo – o almeno per provarci – ed è questo lo spirito con cui l’Amministrazione si è assunta la responsabilità di proporla, senza cercare presunti colpevoli o responsabili, ma limitandosi soltanto – sorretta dal parere degli uffici – a prendere atto delle criticità insuperate e dell’impossibilità di superarle per altra via, e a proporre una procedura appositamente prevista dalla legge.
In questo scenario, il rispetto degli interessi collettivi dei cittadini deve prevalere sulle logiche politiche e sulle divisioni di parte, ed è per questo che facciamo appello al senso di partecipazione civica e al senso di responsabilità di ciascuno dei Consiglieri Comunali affinché stasera – con tutti i distinguo che si vorrà – sia approvato l’avvio della procedura di riequilibrio.
Per discutere sui contenuti del piano (anche per non approvarlo!) e su ipotetiche soluzioni alternative ci sarà tempo, quando esso sarà stato approntato nei tempi che assegna la legge e sottoposto alla valutazione del Consiglio Comunale, sempre in ossequio alla legge”.

L’appello è stato lanciato da amministrazione e maggioranza, ma si preannuncia bagarre in aula tra chi sostiene di sospendere il tema da trattare per avere una rendicontazione totale, per un debito pesante e gravoso per tutta la cittadinanza, con una cifra che varia dagli 8 a 20 milioni di euro. Di conseguenza un aumento di tariffe in tutti i comparti con una ricaduta negativa per cittadini, famiglie e piccole e medie imprese.