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Lo stato di abbandono in cui versano i parchi regionali in Sicilia necessita di una seria riflessione.
La Sicilia che negli anni 80 ha brillato per una legislazione avanzata sulle tematiche ambientali oggi
diventa il fanalino di coda, esordisce così il Presidente del GAL Nebrodi Plus, On. Francesco Concetto Calanna.
“Dopo aver istituito i parchi regionali in Sicilia e dopo i primi anni di grande fermento e dibattito
culturale gli stessi vengono lasciati al loro destino. È mancata infatti l’attività propulsiva di indirizzo
e coordinamento dalla legge affidata alla Regione Siciliana e, segnatamente, all’ Assessorato
regionale Territorio e Ambiente.
Peraltro non vengono trasferite sufficienti risorse per la gestione e si trasformano in contenitori di
disagio amministrativo e di contenzioso, smarrendo la loro missione e impoverendosi di risorse
umane in grado di proporre una progettazione adeguata per il raggiungimento dei loro fini istituzionali
ed il controllo del territorio.
Che fare? È sufficiente la provocazione di intraprendere la strada per il riconoscimento di alcuni come
parchi Nazionali?
Una riflessione: il solo parco di Pantelleria, all’interno del quale, in un territorio ristretto, ricade un
solo Comune ha più risorse di tutti i parchi regionali Siciliani messi insieme.
Ora delle due una: o la politica regionale recupera i ritardi e le distrazioni mettendo mano ad una seria
proposta di riforma che preveda una gestione coordinata di tutti i parchi e le riserve sotto un’unica
Agenzia Regionale, con ciò abbattendo i costi di gestione e munendo la stessa agenzia di una solida
governance politica e amministrativa o, altrimenti, la strada della richiesta di riconoscimento per
alcune aree come parchi nazionali diventa obbligatoria, anche se le procedure già previste in questo
senso dalla Legge Nazionale n 222/2007 non hanno ancora prodotto i risultati previsti e sperati per le
aree di reperimento dalla stessa legge considerate (Parco delle Egadi e del litorale Trapanese, Parco
delle Isole eolie e Parco degli Iblei), probabilmente per l’inerzia della Regione Siciliana”.