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Tanta gente, nonostante l’iniziale temporale, domato, si potrebbe dire, dall’entusiasmo che si percepiva, ha salutato, ieri sera, il “patto per il Sud”, siglato, sul palco di Piazza Duomo, tra il leader di Sicilia Vera, Cateno De Luca, e il parlamentare europeo, Dino Giarrusso, sul cui nome era stato mantenuto il massimo riserbo, suscitando, ad arte, curiosità ed attesa.

Cantando la sigla di “Jeeg robot d’acciaio”, il personaggio utilizzato in questi giorni da De Luca per celare la sua vera identità, è comparso all’improvviso davanti agli astanti, conquistando la scena, come abilmente sa fare da ex “Iena”.

L’onorevole Giarrusso, qualche giorno fa, intervenendo a Coffebreak su La7, aveva annunciato la sua fuoriuscita dal M5S e la fondazione di un nuovo movimento “che faccia in modo che Sud e Nord siano alla pari”. Messaggio subito intercettato da De Luca, cosa che ora spiega il suo volo improvviso per Roma di giovedì scorso.

Ma andiamo alla sostanza. “Pareggiare” Nord e Sud è un obiettivo ambiziosissimo, considerate le differenze; in 150 anni non è stato fatto: cosa dovrebbe farci pensare che questo nuovo movimento ci riesca? Cosa dovrebbe spingere i cittadini ad abbracciare questo nuovo progetto?

Innanzitutto, questo nuovo partito non servirà da “mascheramento” per personaggi politici che hanno finito il loro corso altrove, fallendo sul Sud, ha detto De Luca, quasi leggendo, da buon osservatore, i dubbi di cittadini. E poi, diversamente dal passato, ha aggiunto, non creerà dannose contrapposizioni ideologiche con il Nord (chiaro il riferimento alla Lega ndr), con le quali va ricercato invece un “patto” per la soluzione della “Questione meridionale”.

Il nuovo movimento, ha voluto specificare, dovrà creare le condizioni affinché la delocalizzazione delle imprese, che ora avviene all’estero, venga indirizzata verso il Sud, attraverso la richiesta alla Unione Europea di un “piano straordinario” che preveda infrastrutture, fiscalità di vantaggio, e snellimento della burocrazia, oggi farraginosa ed incerta.

Quindi, un movimento che realizzi un giusto dialogo politico, sia livello europeo, sia a livello nazionale, fondato sulla convinzione che se il Sud cresce, cresce anche il Nord e di conseguenza l’Italia e l’Europa.

La credibilità del nuovo partito sarebbe attribuibile, a detta di De Luca, alla storia del suo movimento, Sicilia Vera, che, dalla sua nascita, risalente a 15 anni fa, ha sempre dimostrato concretezza amministrativa al di fuori delle logiche prettamente politiche. Prova ne è, ha continuato, la sua sindacatura di Messina, durante la quale ha scelto la più difficile e rischiosa strada del risanamento finanziario dell’ente, piuttosto che quella del dissesto, e ha provveduto alla eliminazione delle “baracche”, simbolo di un territorio arretrato che non più rimanere tale.

Consapevolezza che così il Sud non può più andare avanti, concretezza amministrativa e libertà dai “poteri forti”, come lui stesso li definisce, sono quindi per Cateno De Luca le basi e le garanzie per la riuscita di questo suo nuovo progetto politico, che vede la confederazione della sua Sicilia Vera al partito fondato dall’on. Giarrusso, assieme agli altri movimenti meridionalisti che stanno nascendo nelle altre regioni.

Luigi Politi