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Atteso dai molti lettori che negli anni hanno consolidato interesse per le documentate e scientifiche ricerche della storica, apprezzata per le sue riflessioni mai scontate anche provocatorie e sempre ricche di angolature nuove. Uno spirito acuto che ne contraddistingue i lavori unitamente allo stile chiaro e avvincente che rende fluida la materia storico-politica contemporanea spesso insidiosa, come hanno dimostrato gli indici di vendita che hanno visto più volte i suoi saggi raggiungere le posizioni più alte nelle classifiche di settore, la partecipazione alle maggiori rassegne nazionali e internazionali dalla Fiera di Manhattan a New York a quella di Francoforte in Germania, i riconoscimenti di alto respiro culturale, molti internazionali, che le sono stati tributati e l’acquisizione delle sue Opere dalle più grandi Università italiane e del mondo.

Silenzio di piombo – sottotitolato Il terrorismo rosso, uomini e donne Organismi segreti e complicità occulte 1968-1988, il bilancio – è la storia completa del terrorismo rosso, delle singole formazioni terroristiche e delle relazioni fra gruppi armati anche internazionali, nonché storia delle complicità e coperture politiche, con attenzione al ruolo della criminalità servente e ai personaggi sconosciuti e in particolare al ruolo delle potenze straniere (Francia, GB, URSS, USA) nelle vicende terroristiche, con contenuti nuovi rispetto alle opere dello stesso genere sinora sul mercato.

È una documentata rilettura del terrorismo rosso realizzata seguendo l’asse temporale  dal 1968-1988 scandita per anni, ricca di molti fatti inediti e sconosciuti anche di politica internazionale; una rivisitazione non unicamente finalizzata alla conoscenza della storia del terrorismo rosso ma a tutta la storia politica della Prima Repubblica con interessanti ricadute nell’odierna storia e politica, che aiuta la comprensione dell’attualità.

Lo studio del terrorismo è un terreno nel quale occorre guardarsi dal pericolo dei semplificateurs e generalisateurs (Laqueur) come si legge nella Premessa, perché storia complessa che Silenzio di piombo di Patrizia Zangla documenta lasciando sorpresi, rivelando scenari inimmaginabili in cui stupefacente è la freddezza di chi persegue la ragion di Stato, in modo persino imbarazzante per chi la scopre leggendo i tanti fatti fra loro fittamente inanellati.

Nitido il ritratto del cinismo delle istituzioni, segnatamente al disinvolto comportamento di molti politici in vista della I Repubblica, contestualmente al ritratto dei  partiti di allora -Dc, Pci, Psi- affiancati ai volti di affaristi, uomini di confine, anche dello Stato.

Intriga il lettore l’interessante ritratto della lotta armata, pungola la sua immaginazione che giunge a immedesimarsi con le scelte di vita di terroriste e terroristi nate dal passaggio da una condizione di normalità a una radicale e totalizzante scelta di vita; come scrive l’Autrice «donne e uomini che hanno creduto in modo differente: chi da farne il centro della propria vita, tuttora irriducibili, chi per un’infatuazione o una passione accecante poi sconfessata, oggi dissociato o pentito».

«Sono entrata -scrive la Zangla- dentro le storie, talvolta muovendo dalle singole vicende, intersecando tre prospettive: dei terroristi, dello Stato, della Storia».

Silenzio di piombo intreccia plurimi fatti e molteplici personalità note e sconosciute ai più, e scopre una inedita ridefinizione dei compiti e l’attribuzione di ruoli da protagonista o coprotagonista a terroristi cui la narrazione aveva assegnato parti marginali o da gregari.

Colpisce il ritratto delle donne con compiti dirigenziali, il racconto della caparbia determinazione con cui hanno abbracciato la lotta armata.

Originale lo sguardo femminile dell’Autrice che indugia su esse e sull’atmosfera dei tempi, anche grazie all’originalità letteraria di descrivere il lungo periodo -1968-1988- con pennellate di vita reale per raggiungere una cronaca in presa diretta come si evince, fra l’altro, nei paragrafi: Ma cosa leggi? Ma cosa ascolti? Ma come ti vesti?

Percorre la strada finanziatrice delle formazioni terroriste, individuando il rapporto segreto fra gruppi eversivi e gruppi di alcuni politici vicini alla sinistra extraparlamentare, inattesa la rivelazione di persone insospettabili che hanno appoggiato le istanze della lotta armata come la ridefinizione della mappatura delle basi brigatiste in Italia. Come lo è scoperchiare il vaso da cui emergono le relazioni sconosciute fra mondi apparentemente lontani, mafia e massoneria, lotta armata e malavita servente. Rivela quel sistema di collusioni e intrighi internazionali la cui architettura è simile agli attuali sistemi di potere e allo spirito odierno in cui incredibilmente trovano un proprio spazio organizzazioni malavitose.

Riscrive la storia del terrorismo rosso con taglio personale e innovativo nell’impostazione e nell’accostamento della varietà di fonti storiche e coniuga divulgazione al rigore dell’analisi storica consegnando una sorta di enciclopedia del terrorismo, corredata di dati, statistiche e foto. In appendice sono curate le biografie di molti terroristi, nazionali e internazionali, e le sigle delle organizzazioni terroristiche.

Stravolge infine il luogo comune di un terrorismo esclusivamente autonomo, ma che, rimanendo tale, in alcune vicende si rivela etero- diretto, manipolato e  regolato da interessi stranieri e subordinato ai Servizi di intelligence in cui funge da perno una super organizzazione internazionale che è passata indenne tanto da sembrare inesistente che ha avuto fili di collegamento con politici della I Repubblica. Dissemina tanti indizi sul presunto accordo segreto fra Stato e terrorismo, ragionando sui motivi che lo avrebbero reso possibile.

Per queste ragioni, Silenzio di piombo che, muovendo dal Ventennio fascista e, attraversando il fenomeno terroristico, raggiunge l’attuale Repubblica, aiuta a comprendere il presente e il peso specifico dell’Italia nella politica internazionale dagli accordi di Yalta in poi, risultando utile all’odierna politica italiana per capire come muoversi nello scacchiere  internazionale.

Se Balzac –come si legge nella Premessa- suggerisce: «Vi sono due storie, la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad usum Delphini e la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa», la Zangla in Silenzio di piombo penetra nella parte più scandalosa di essa. 

Patrizia Zangla, nata a San Candido (Bolzano), docente, storica-saggista, giornalista pubblicista. Specialista di Storia Contemporanea, attenta ai temi dei totalitarismi e della cultura di Genere. Molte le pubblicazioni accademiche. Già responsabile dei Progetti Educativi del Centro Studi Chimici-Falcone, diretto da Saverio Di Bella (Università di Messina). Ha collaborato con La Gazzetta del Sud; ha realizzato mostre storiche internazionali. Con Leone (Milano) ha pubblicato: 1943-1945, l’Italia in camicia nera. Storia e costume dall’Italia fascista alla Resistenza (2014) acquisito dalla Biblioteca del Senato. A un figlio, amoroso  giglio, saggio storico-pedagogico (2015). I Neri e i Rossi, le trame segrete, 1964-1982, la strategia della tensione, le Brigate Rosse, il Caso Moro (2017) acquisito dall’Università di Toronto (Canada), il cui compendio è stato tradotto in lingua inglese: The Blacks and the Reds, the secret intrigues, 1964-1982: the strategy of tension, the Red Brigades, the affair Moro. Di recente uscita il nuovo saggio Silenzio di piombo,

Molti i riconoscimenti, si segnalano: Premio Istituto di Cultura di Napoli, Premio Franz Kafka (2016), Premio Firenze (2017), segnalazione Premio Internazionale Mario Luzi (2019). Molti Atenei nazionali ne hanno acquisito i saggi, fra cui Federico II di Napoli, Biblioteca Universitaria di Genova, Università degli Studi di Bologna Alma Mater Studiorum e molti Atenei internazionali, fra cui: Universitätsbibliothek Vienna, Université de Grenoble, Stanford, Harvard, Berkeley, Columbia, New York University.