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Giorni duri e difficili per la Raffineria di Milazzo alle prese prima con l’ennesima anomalia di scarichi nocivi riscontrati nel fine settimana per i problemi all’impianto di “avviamento FCC”, segnalati dai cittadini della Valle del Mela, mentre nella giornata di oggi dopo le critiche di associazioni e movimenti, è giunta anche la notifica degli avvisi di chiusura delle indagini per omicidio colposo e lesioni colpose a carico di 20 persone coinvolte nell’inchiesta per la morte di 7 operai che avevano lavorato negli ultimi 30 anni nella struttura.

Nel fine settimana intanto, problemi con  l’impianto di “avviamento FCC”, con conseguenti anomale emissioni denunciate dai cittadini della Valle del Mela, provenienti dalla raffineria.

A partire dalla serata di venerdì si sono notate per chilometri le fiamme più alte del normale della candela di sfogo.
Inoltre, specie nella mattinata di ieri, i camini della raffineria milazzese hanno emesso quantità di fumo superiori a quanto di solito avviene.
A quanto pare per l’intero fine settimana dirigenti dell’impianto ed operai hanno lavorato a fermare il guasto mentre tra i cittadini, ancora scossi dal devastante incendio del 27 settembre scorso, si è fatta forte la paura e la preoccupazione.

Piove sul bagnato per la Raffineria milazzese, in quanto la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto nella giornata odierna ha notificato avvisi di conclusione delle indagini per omicidio colposo e lesioni colpose a carico di 20 persone coinvolte nell’inchiesta per la morte di 7 operai che avevano lavorato negli ultimi 30 anni alla Raffineria di Milazzo. Un provvedimento destinato agli amministratori e i direttori della raffineria che si sono susseguiti dal 1982 al 2010, i responsabili della sicurezza ed alcuni rappresentanti legali di altrettante imprese che operavano nello stabilimento. Il reato contestato è di omicidio colposo in concorso per la morte, avvenuta nel 2007, di Salvatore Currò, tubista carpentiere addetto alla saldatura dal 1986 al 2000, di Francesco Di Maio, manutentore elettricista dal 1981 al 1984, deceduto nel 2006, di Giuseppe Pollicino, metalmeccanico dal 1973 al 2007, morto nel 2008, di Salvatore Saporita carpentiere tubista dal 1963 al 2006, scomparso nel 2006, di Salvatore Scolaro, operaio qualificato e montatore dal 1969 al 1987, deceduto nel 2012, di Nunziato Sottile, gruista dal 1971 al 1996, morto nel 2013, e di Aldo Colosi, operaio di centrale termoelettrica dal 1971 al 1982, scomparso nel 2010. Inoltre, gli stessi imputati sono accusati di lesioni colpose in concorso nei confronti di Alfonso Malafronte, metalmeccanico tubista dal 1973 al 2002, per una serie di ispessimenti pleurici accertati nel 2013. Infine agli imputati è stata contestata “la negligenza, l’imperizia e la imprudenza, per aver omesso di adottare tutte le precauzioni utili a contenere l’esposizione all’amianto e alle inalazioni di gas e polveri nocive, senza vigilare sull’uso degli strumenti necessari alla protezione degli operai”.