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Sale la protesta forte ed accesa dei volontari del rifugio Don Blasco insieme a coloro che prestano servizio al canile Millemusi e all’associazione “Amici del cane” pronti a scendere in piazza per far sentire la loro voce a tutela degli amici a quattro zampe. Da qui le ragioni di un sit-in di protesta in programma per il prossimo 6 luglio davanti a Palazzo Zanca. 

Moventi del malessere e dell’indignazione di chi ha a cuore il destino di oltre 450 cani, i tre bandi comunali sul randagismo, il primo annullato il 30 dicembre dal Sindaco Cateno De Luca, poi ripubblicato ad aprile e infine di nuovo a giugno con tempistiche ancora più brevi, fino ad arrivare al bando di gara per l’affidamento del servizio del canile. Un evento che vuole dire ‘no’ al bando comunale che prevede il possibile trasferimento degli animali alla struttura che presenta l’offerta più vantaggiosa.

“I cani devono restare a Messina, il randagismo in città deve essere gestito – dichiarano i volontari – assennati e associazioni serie e attive del territorio, non ‘deportando’ letteralmente 450 cani senza tenere conto dei loro problemi di salute, di carattere e della loro età avanzata. Facciamoci sentire, serve il sostegno di tutti”.

Scatta da qui l’idea del volontario Patrizio Brianti, di avviare su change.org la sua petizione, per firmare basta recarsi sul sito e cercare “canile di Messina”, una petizione che in sole 24 ore ha ottenuto 2500 firme e ad oggi ne conta ben 5000. La popolazione messinese, e non, ha aderito subito mostrando forte condivisione per la sua esigenza, ma il termine del bando è alle porte.

“Vogliamo bloccare un bando che causa la “deportazione” dei cani del Comune di Messina, un bando controproducente – spiega Brianti – tanto per la città quanto per gli animali. Non vogliamo far polemica, cerchiamo un dialogo e un confronto per evitare una risoluzione drammatica della vicenda”.

Secondo Brianti ed altri volontari messinesi: “Il punto di vista comune è che non sia possibile destinare una cifra così alta, in un bando della durata di soli due anni, per qualcosa che non costituisce una soluzione al problema. 3 bandi uguali solo per liberarsi dei cani senza risolvere nulla, sarebbe meglio destinare quella cifra ad aspetti più importanti, concreti e permanenti”.

In sostanza, facendo un breve iter della vicenda, il bando era stato annullato a dicembre, arrivando alla decisione della realizzazione di un rifugio e di un canile comunale, alla fine però, “era solo un’illusione, serve una soluzione permanente, – continua Brianti – non una presa in giro momentanea, è come mettere un cerotto ad una persona che ha un’emorragia. Spero di incontrare presto l’Assessore Minutoli che ho contattato, insieme al Sindaco De Luca, per comprendere il loro punto di vista”.

Inoltre per Brianti è da considerarsi assurdo pubblicare un bando, durante il lockdown, su un argomento di grande interesse e sensibilità pubblica, e soprattutto senza confrontarsi con tante associazioni che si prendono cura dei cani, senza puntare su di loro, senza neanche provare ad usufruire dei loro servizi totalmente gratuiti. “Una soluzione da vigliacchi, orientata sui propri interessi, – conclude – a chi cura gli animali da anni bastava un semplice supporto per evitare tutto questo”.

A questo punto l’obiettivo è proporre nel più breve tempo: “la realizzazione di un piano di sterilizzazione e la costruzione di un canile ed aprire il confronto con le associazioni”.