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La campagna informativa sul referendum costituzionale riguardante la riduzione del numero dei parlamentari, cui i cittadini italiani saranno chiamati ad esprimersi il 20 e 21 settembre, è agli sgoccioli e, dalla piazza, si sposta sul web. Martedì 15, Volt Messina ha infatti promosso l’iniziativa “60 minuti con.. Antonio Saitta” per approfondire tutti gli scenari prospettati dalla riforma.

La tematica affrontata – “Parlamento, referendum e rappresentanza politica” – durante l’evento trasmesso sulla pagina facebook del partito, grazie all’intervento di un eminente giurista come Antonio Saitta, ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Messina, ha permesso un’analisi tecnica e oggettiva della riforma.

“Crediamo che compito di ogni cittadino sia mettere insieme tutte le informazioni per una decisione consapevole che condizionerà il presente e il futuro del nostro Paese – dichiara Alfredo Mangano, Coordinatore di Volt Messina – Il Parlamento è voce dei cittadini ed è fondamentale che l’ultima parola spetti a loro, a prescindere da ogni scelta politica”.

Approfondendo il ruolo e le funzioni del Parlamento, il prof. Saitta ha affrontato anche i rischi concreti conseguenti ad una riduzione dei parlamentari con la legge elettorale attualmente in vigore: “diminuire il numero dei parlamentari e, al contempo, aumentare le dimensioni dei collegi significa favorire inevitabilmente la rappresentanza dei grossi centri urbani, rendendo sempre più difficile quella dei medi e piccoli centri. Il rischio è quello di subire, oltre alla marginalità economica e sociale di cui soffrono, una ulteriore marginalizzazione politica”.

Argomento centrale della trattazione è anche stato “il diritto di voto, bene supremo in ogni democrazia. La cosa più importante – secondo Antonio Saitta – è che ognuno vada a esprimerlo libero da schieramenti ideologici, facendosi una propria opinione. Non bisogna però votare su questi temi sulla spinta delle emozioni: sono decisioni che vanno ben ponderate, qualunque sia la scelta. Le implicazioni sono numerose”. Tutto si può riassumere, secondo il costituzionalista, con una riflessione finale: “la cosa importante è che l’orchestra parlamentare suoni meglio lo spartito della Costituzione. Chi ritenga che, a tal fine, sia necessario ridurre il numero di orchestrali andrà a votare sì, chi invece ritenga sia necessario coordinare meglio andrà a votare no”.

Varie sono appunto le considerazioni da fare, non potendosi ridurre ogni riflessione ad una questione meramente ragionieristica. Volt Messina ne è certo e, tra i rischi paventati, vi è altresì “il rischio che venga meno quel ruolo di concertazione e compromesso che la Costituzione e il Parlamento devono garantire – rileva Alfredo Mangano – Un taglio non accompagnato da altre riforme è indubbio che favorirebbe la creazione di una maggioranza (anche di pochi partiti) in grado di imporre la propria volontà schiacciando le minoranze”.

Per analizzare questi e altri rischi, Volt Messina, insieme a +Europa, Messina in Azione e il comitato NoiNo.eu, ha organizzato un raduno virtuale per esporre le criticità della riforma. Trasmesso sulla pagina Facebook di Volt Messina mercoledì 16 a partire dalle ore 20.30, al dibattito prenderà parte Andrea Pruiti Ciarello, Coordinatore Nazionale dei Comitati noiNO: “Questo referendum parla alla pancia delle persone con quella demagogia che destruttura la democrazia, mortifica la nostra Costituzione e va nella direzione dell’instaurazione di una dittatura silente che, in maniera strisciante, ci stiamo abituando a considerare quasi come un fisiologico traguardo possibile della storia moderna”. Un referendum che di certo, secondo l’intero Fronte del No, non agevola l’azione parlamentare, ma la rallenta e la rende meno trasparente e meno efficiente, più di quanto non lo sia oggi. “Con l’approvazione di questa riforma, l’Italia diverrebbe il fanalino di coda in Europa, sia in termini di qualità che di quantità – prosegue Andrea Pruiti – l’Italia ha bisogno di un Parlamento migliore ed efficiente: non di questo Parlamento così com’è, ma sicuramente nemmeno di un Parlamento ridotto e peggiore”.