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Arriva all’Ars il disegno di legge del governo regionale, composto da quattro soli articoli, una foglio di pagina, in cui si sintetizza la possibilità di permettere al presidente della Regione di agire con un’ordinanza sulle norme di restrizione anti-Covid: “in ragione dell’andamento epidemiologico e, comunque, entro i limiti dei principi ed interessi generali cui si informa la legislazione dello Stato”.

Nella documento di legge: “L’efficacia delle disposizioni normative è direttamente connessa allo stato di emergenza dichiarato a livello nazionale e, certamente, non si pone in contrasto con le eventuali disposizioni statali ma, diversamente, rappresenta una chiara estrinsecazione del principio di sussidiarietà. È, in sintesi, la base normativa per consentire al Governo regionale di potere rispondere in modo puntuale alle mutabili esigenze, anche economiche, del territorio siciliano, nell’ambito dei principi determinati in materia di prevenzione sanitaria per il contenimento della pandemia dallo Stato”.

In buona sostanza, la Sicilia si adegua al Dpcm nazionale ma il governatore siciliano chiede di potere in futuro alleggerire o comunque modificare le misure se muterà il quadro epidemiologico. Inoltre si istituisce un nuovo organo consultivo, l’ennesimo gruppo di lavoro. “È istituita una Commissione di esperti quale organo tecnico consultivo della Regione Siciliana. La sua composizione e la disciplina di funzionamento, nel rispetto delle competenze del Dipartimento regionale per le attività sanitarie e osservatorio epidemiologico, sono disciplinate con decreto dell’Assessore della Salute”.

Nella giornata di oggi lo stesso presidente regionale, sulla querelle aperta con il Ministro Boccia, aveva sottolineato: “Nessuno qui vuole riaprire subito, utilizzeremo la legge regionale, se sarà approvata dall’Assemblea siciliana, solo quando ci saranno le condizioni per poterlo fare: non siamo irresponsabili e non subiamo la pressione della piazza. Se le condizioni della Sicilia saranno diverse tra qualche mese da Lombardia e Veneto, non capisco perché non dovrei aprire in anticipo ristoranti e cinema rispetto alle regioni più in difficoltà”. Così il governatore della Sicilia a ‘Un Giorno da Pecora’ su Rai Radio1. dove Musumeci ha aggiunto: “Avere una legge che consente di rimodulare apertura e chiusura delle attività non significa applicarla a novembre o a dicembre”. “In questo momento non credo ci siano le condizioni per potere riaprire – ha evidenziato – Ma se a febbraio ci fossero le condizioni non capisco per cui non dovremmo ridurre il calvario delle attività, sentito il Comitato tecnico scientifico. Sappiamo tutti che ci attendono mesi difficili”. “Non ho parlato col ministro Boccia – ha detto – Ha avuto l’imprudenza di dire che il governo impugnerà provvedimenti contrari al Dpcm prima di leggere il nostro disegno di legge: ha fatto processo alle intenzioni”.

Infine Musumeci aveva rivelato: “Faccio il tampone una volta a settimana, l’ultimo l’ho fatto quattro giorni fa, perché vado sempre in giro e ho contatti con tante persone”.