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L’importanza della storia antica e moderna di Rometta, splendido paese peloritano, che gode anche del mar Tirreno, attraverso la sua frazione marina, affacciata sulle Eolie, è inversamente proporzionale ai suoi confini per essere posizionata a guardia delle porte di Messina, per chi, una volta, proveniva da Palermo percorrendo gli sterrati interni dell’Isola.

Grande impegno per la sua conoscenza è stato profuso dal sindaco del paese, Nicola Merlino, il quale ha rievocato le lotte medievali romettesi tra bizantini e saraceni riproponendole nel “Palio di Erimata” e nella “Partita a scacchi viventi”, che si disputano ogni anno, durante le manifestazioni estive, organizzate dall’amministrazione, sia sulle spiagge e nell’anfiteatro della frazione marina, sia nel paese collinare.

La squadra trionfante del palio, alla cui realizzazione collabora l’associazione romettese Erimata, riceve in consegna dalla vincitrice dell’anno prima, con una “solenne cerimonia” in costumi d’epoca, la “spada”, una riproduzione di quella che, secondo la tradizione, era appartenuta a Maometto e che i cristiani avrebbero sottratto ai saraceni, dopo una vittoriosa battaglia. Con costumi d’epoca, anche le pedine viventi della partita a scacchi, che si svolge nella piazza del centro storico, che si presta ad essere facilmente adattata con scenografie medievali. Per volere del sindaco, la partita a scacchi, nel futuro si giocherà ogni anno la domenica subito dopo il 5 di maggio (quest’anno è stata posticipata a domenica prossima, 12 maggio, a causa del brutto tempo), per ricordare lo stesso giorno del 965, quando Rometta, dopo una eroica resistenza, soccombette, ultima in Sicilia, al più numeroso esercito saraceno.

Ma non solo eventi ludici. Sì, perchè dal 9 aprile scorso, la storia di Rometta si insegna anche sui banchi di scuola, grazie al PON dal titolo “Passato e futuro: la storia di Rometta”, ideato in sinergia Comune-Scuola, tra il sindaco e la dirigente scolastica, Emilia Arena.

Degna di nota è anche la storia contemporanea di Rometta, dal momento che la cittadina ha dato i natali ad illustri giuristi (Francesco Saja, presidente della Consulta 1987/1990), accademici, letterati e artisti, e custodito tradizioni e mestieri antichi, tramandandoli di generazione in generazione.

Quest’ultimo periodo sta particolarmente a cuore ad uno dei suoi cittadini e ad alcune associazioni locali, come dimostrato dalla meticolosa ricerca di dati, spesso sotto forma di immagini, confluite in una sorta di archivio virtuale, fruibile attraverso facebook.

Ha iniziato ad appassionarsi da bambino, quando, nella cartoleria di Rometta, il paesino collinare dove la sua famiglia si era trasferita dalla Calabria, Fortunato Marcianò acquistò una delle prime opere pubblicate dallo storico Piero Gazzara proprio sulla cittadina, che non mancava di evidenziare il suo importante passato.

Affascinato, poi, dai racconti degli anziani del posto, iniziava ad attingere dati e notizie dall’Archivio storico cittadino e dagli scritti degli storici Vito Amico, Michele Amari e Teresa Pugliatti, senza trascurare quelli di mons. Gaetano Scandurra e dei sacerdoti Leone Mento e Giuseppe Mento Visalli, fino a giungere, al fine di realizzare un suo vecchio sogno, alla raccolta e alla catalogazione di fotografie della vita della cittadina della prima metà del XX secolo, aiutato dalle associazioni Marduk e Rymta Haya.

Sono circa 3.000 gli scatti che raccontano la vita romettese del ‘900, raccolti presso le famiglie del paese, che, grazie a Marcianò, possono essere visionati sul gruppo “Rometta, Piazza Margherita”, dal nome della piazza antistante la chiesa Matrice, del centro collinare, nato 6 anni fa, con il preciso scopo di recuperare la sua memoria.

E si è diffusa la conoscenza delle parate fasciste e dell’inaugurazione dell’acqua corrente,  dell’esistenza di una polveriera, di un’industria della seta, avviata da Giuseppe Lombardo ed Eleonora Moeller, di bande musicali (la prima fu fondata da Antonino Visalli, autore di marce sinfoniche) con strumenti tramandati da padre in figlio, per tante generazioni, fino ai nostri giorni, di nostalgiche tradizioni religiose, del Collegium studiorum, fondato da Antonino Lombardo, del tram (quello che collegava Messina con Barcellona), delle dune sulla spiaggia, che si raggiungeva attraversando orti, aranceti e vigneti, amministrati dai “camperi”, nominati dai nobili feudatari Mezzasalma, per il territorio ad Ovest del torrente Scajola, e Brancatelli, per quello ad Est.

Ricordi minuziosamente raccolti che gli hanno reso possibile l’organizzazione di manifestazioni estive ed autunnali con a tema il folklore (i balli della tradizione di Nerina Cavallaro, il suono delle “ciaramedde” di Benedetto Saija, Giuseppe Roberto e Giovanni Mazzù), i racconti, come quelli storici di Piero Gazzara e “Turiddu senza capiddu” di Salvatore De Leo. E l’arte del passato, con i lavori in legno e al chiacchierino e le bambole d’epoca della collezione di Teresa Scibona.

Ora però, sembra che Marcianò voglia dare alla sua “Rometta, Piazza Margherita” un taglio editoriale diverso, cioè non più solamente storico, ma anche programmatico, invitando i cittadini a far giungere, attraverso il “gruppo”, le proprie idee di futuro del paese, affinché, guidati dalla storia, che è stato il tema centrale fino ad oggi, si possano creare le migliori condizioni per uno sviluppo economico, sociale e culturale, che non faccia rimpiangere il passato, nei termini in cui si è provveduto a recuperare alla memoria.

Luigi Politi