Condividi:

Ha sentito risuonare in sé stessa molto della personalità di Annamaria Ciccone, la protagonista del suo ultimo romanzo, “La tigre di Noto”, la siracusana Simona Lo Iacono, come anche una certa rivelazione dell’autrice c’è nelle altre sue storie di donne “Tu non dici parole” e “Il morso”.

Lo ha detto Simona Lo Iacono, ieri pomeriggio, nella suggestiva Villa Martina di Rometta Marea, durante la presentazione del suo libro, mentre dialogava con la bravissima giornalista Francesca Stornante, insieme allo sceneggiatore Mario Falcone e al sindaco, Nicola Merlino, dopo la presentazione della presidente dell’associazione Vivirometta, Pasquita Patti, davanti ad un interessatissimo pubblico, che ancora una volta ha dimostrato di apprezzare tali momenti letterari, che sono stati inseriti nell’ambito del “Cenacolo letterario”, parte del cartellone estivo romettese.

Avvincente autrice, Simona Lo Iacono, magistrato del Tribunale dei Minori di Catania, che nel tempo libero si occupa di percorsi rieducativi dei detenuti, molto affascinata, come è emerso nel corso della conversazione, dalle leggi dell’Universo, dalla luce e dalla bellezza, concetti che sembrano ricollegarsi con quelli di un altro scrittore siciliano, Vito Mancuso, e attenta ricercatrice dell’uso delle parole, attraverso le quali leggere la realtà.

Centralità della parola, nel suo sguardo sul mondo, per la causalità, in quanto può fecondare e distruggere, e il processo creativo, “la parola bella crea la bellezza”, che le appartengono.

Donne forti e determinate, le sue protagoniste, ma nello stesso tempo riservate, delicate, a volte forse fragili, come nel caso della scienziata netina Annamaria Ciccone (Noto, 29 agosto 1891 – Noto, 29 marzo 1965), personaggio “sfuggito alla storia”, alla quale l’autrice ha voluto dare voce, come “atto riparatorio”, ha detto, mutuando la terminologia giuridica.

Un suo cruccio, è emerso, quello di recuperare alla memoria personaggi che hanno espresso valori di altruismo, cultura e morale, “per rendere loro giustizia”.

Sì davvero poco nota e straordinaria la storia della Ciccone, che contro la volontà dei suoi facoltosi genitori, nel periodo delle due Gerre Mondiali, studia e si afferma nel mondo accademico della Normale di Pisa, rendendosi anche attrice di un eroico gesto, salvando numerosi libri dell’Università dalla requisizione fascista, come si legge in un documento di encomio scritto dall’allora direttore dell’ateneo.

Importantissimo scritto, che ha determinato Simona Lo Iacono a scrivere di Annamaria Ciccone, dopo che, nel 2019, era venuta casualmente a conoscenza della sua storia ad opera di un’amica, l’attrice catanese Rina Rossitto, arruolata per la rappresentazione teatrale in carcere, nella parte della popolana, nella commedia di Nino Martoglio “Civitoti in pretura”, inserita, non a caso, per l’importanza della parola che contraddistingue la farsa, nel progetto rieducativo “A partire delle parole”.

Nel romanzo l’autrice ha voluto indagare lo “sguardo sul mondo” della scienziata, insieme scientifico e poetico, sicuramente creativo e fiducioso, che in qualche modo ha scoperto essere anche un po’ il suo.

Momento letterario veramente molto bello, che lo sceneggiatore Mario Falcone ha detto di essersi regalato per la grandissima stima che nutre per l’autrice.

Con i ringraziamenti finali, il sindaco ha auspicato che l’apposita Commissione del Comune possa prospettare alla sua Amministrazione il personaggio di Annamaria Ciccone per entrare nella toponomastica di Rometta.

Il 6 settembre prossimo programmata l’uscita del nuovo romanzo di Simona Lo Iacono “Il mistero di Anna”; prossimi appuntamenti letterari: 12 agosto, Amy Pollicino “Psycho Killer; 20 agosto, Mattia Corrente “La fuga di Anna”; 24 agosto, Marietta Salvo “Vascello fantasma”.

Luigi Politi