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“L’inizio di qualcosa, brutto o bello che sia, deve sempre essere il punto di partenza da cui augurarsi, nonostante tutti i nonostante, il meglio, sempre”. È con questa frase che oggi nel pieno della cosiddetta Fase 2 si “riparte“, sottolineando tra le righe la possibilità e il diritto che ognuno di noi ha di credere in qualcosa di migliore.

È ciò che, sin dai tempi antichi, il piccolo contadino di paese si augurava durante la fase della semina dicendo: “Arriverà quel giorno in cui raccoglierò i frutti del mio lavoro”.

Ed eccoci qui, a ricordare quella frase in un momento tragicamente inaspettato ed insolito che la filiera del settore florivivaistico sta oggi vivendo e affrontando.

La crisi epidemiologica di questi ultimi due mesi ha causato un blocco con perdite che dovranno essere compensate. L’ attività agricola, comprendente il vivaismo ornamentale, ha bisogno che in tempi brevi siano attivate delle misure straordinarie per la gestione della crisi causata dal COVID-19, con efficienza ed efficacia in ogni azione.

Tirando le somme, qual è la panoramica che tanti imprenditori del settore stanno segnalando da mesi, evidenziando le criticità da affrontare?

Blocchi degli ordinativi per chiusura di attività parallele alla vendita, spese ingenti già effettuate per la produzione dell’anno in corso, tra cui vasi e terriccio, coltivazioni ferme a dimora, ad oggi non più richieste dal mercato di appartenenza: queste e tante altre difficoltà ed incognite a cui bisogna e bisognerà far fronte.

Il gap? Uno solo! VELOCITÀ. Velocità di azione, velocità di erogazione, velocità nelle scelte strategiche che molte aziende chiedono al governo per la ripresa economica delle loro singole attività. Ognuna di esse, dall’agricoltura all’ artigianato, necessità di certezze non solo di parole!

È questo il grido di molti imprenditori del comprensorio che segue la litoranea che va da Patti a Milazzo. Si tratta di un settore tanto importante per l’ economia siciliana quanto poco messo in discussione, debole purtroppo politicamente.

I numeri? Guardando l’ intero quadro nazionale, Si contano circa 27000 aziende interressate con a carico 100000 lavoratori dipendenti. In Sicilia si annoverano quasi 1500 imprese, per una superficie agricola investita di circa 2500 ettari e un numero di addetti stimato di 9 – 10 mila unità. Ebbene si, sono questi i numeri del vivaismo siciliano. Dati non fittizi ma assurdamente reali.

Un comparto importantissimo sotto tanti punti di vista. Basti pensare al MADE IN ITALY, concedetemi il termine, “processore” di tutti quei meccanismi di scambio che ci hanno permesso fino ad oggi di riuscire a cavalcare un’onda interminabile tra competizioni e passioni.

È quello che il settore agricolo, con particolare riferimento al settore florivivaistico, vuole oggi rivendicare essendo fortemente danneggiato dal diffondersi di questa pandemia.

Con la sua posizione strategica è da sempre stato il motore di accensione dell’ economia siciliana e con esso, i prodotti e le eccellenze, hanno contribuito a conferire al nostro paese l’ aggettivo di “vetrina mondiale” di valori, sapori e qualità.

Bisogna allontanarsi dall’ idea che l’ agricoltura sia un settore declassificato perché, paradossalmente, è uno dei pochi a dare lavoro.

Sono infatti tante le aziende conosciute come eccellenze italiane. Sono tanti gli imprenditori italiani che, usando nozioni e trucchi del mestiere tramandati da vecchi padri, contribuiscono ogni giorno ad accelerare l’ economia italiana. È questo che oggi è dimenticato, è questo ciò che bisogna perseguire ed ottenere: la rivalutazione di un settore poco conosciuto ma allo stesso tempo carico di valori ed opportunità.

A cura di Marilena Alesci