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L’insegnamento nelle scuole dell’antiviolenza sulle donne è stata l’indicazione finale per la prevenzione e la soluzione del triste fenomeno, sabato pomeriggio, al convegno “Violenza maschile contro le donne – sensibilizzazione e strategie di contrasto”, organizzato dall’Università Popolare Comprensoriale Filippese (UPCF), in collaborazione con il con il Centro Donne Antiviolenza (CEDAV) di Messina ed il patrocinio del Comune, presso il vecchio Municipio di San Filippo del Mela.

(sindaco Giovanni Pino)

Si deve imparare a scuola l’eliminazione della violenza contro le donne dalla nostra cultura, dato che di questione formativa si tratta, dal momento che si è rivelato inefficace l’inasprimento delle pene, discendente dal riconoscimento della gravità del reato, sottovalutato fino agli ’90 del secolo scorso, ha detto la moderatrice Carmen Currò, presidente onorario della CEDAV, dopo i saluti del sindaco Giovanni Pino e del rettore della UPCF, Giuseppe Privitera, e prima degli interventi dei relatori Maria Gianquinto, presidente CEDAV, Veronica De Toni, sostituto procuratore della repubblica presso il tribunale di Barcellona P.G., e Lara La Rosa, dirigente del commissariato PS di Milazzo.


(da sinistra: Egidio Maio, Giuseppe Privitera, Tommaso La Rosa, Maria Concetta Santamaria, Maria Gianquinto, Veronica De Toni, Lara La Rosa, Carmen Currò)

La capacità di individuare il prima possibile le condotte anomale del violentatore, a volte difficili da svelare per il fatto che si verifichino a cicli alterni (ma a questo possono servire le associazioni come la CEDAV), e la necessità di un intervento tempestivo in caso di violenza sono stati i punti evidenziati dalla rappresentante della Polizia di Stato, che ha anche indicato come strumento utile a quest’ultimo fine, quindi meglio del ‘112’, l’applicazione ‘YOUPOL’, funzionante come Whatsapp, attraverso la quale la vittima viene subito localizzata e raggiunta e protetta dalle forze dell’ordine, anche a seguito di una ‘chiamata silenziosa’, cioè quella effettuata con il solo invio di un messaggio, foto o video.

A tale intervento può conseguire – ha detto la Dott.ssa La Rosa – il provvedimento amministrativo chiamato ‘Ammonimento del questore’, col quale il responsabile delle violenze viene diffidato e monitorato oltre che inserito in un percorso di recupero; strumento rivelatosi particolarmente efficace, in quanto assente in tutti i casi di femminicidio del 2022.

Senza che venga, naturalmente, esclusa l’eventuale responsabilità penale, della quale per la Procura di Barcellona P.G., competente nel comprensorio da Montalbano a Monforte S.G., si occupa la Dott.ssa De Toni, che ha voluto evidenziare come la fragilità della donna, oltre che fisica, sia anche ‘economica’, con la conseguente grave reticenza a denunciare la violenza, dal momento che poi la vittima non avrebbe di che vivere.

Inquietante aspetto questo, a volte non considerato, che, sommato alla mancanza di consapevolezza della donna delle violenze subite, anche di natura sessuale, forse perché talmente ripetute da non essere più percepite – come ha detto la presidente Gianquinto -, rende tutta la gravità del fenomeno, oramai considerato ‘violazione dei diritti umani’, come ha evidenziato la moderatrice Currò, citando la Convenzione di Istanbul del 2015, recepita dal nostro Stato.

Oggi comunque le tutele normative ci sono, basti pensare – come ha spiegato, continuando, il magistrato – che con il ‘Codice rosso’ del 2019, il pubblico ministero ha la possibilità di mettere immediatamente in protezione la vittima presso un domicilio con indirizzo riservato, in attesa di ottenere il provvedimento del giudice delle indagini preliminari di allontanamento del violentatore col divieto di avvicinamento. Ed in questo c’è la collaborazione dei Carabinieri e delle altre forze dell’ordine, come ha fatto cenno, nel suo intervento, il comandante della locale stazione, luogotenente Tommaso La Rosa. Ma la via per arrivare alla condanna è tortuosa – ha concluso la Dott.ssa De Toni – in quanto essendo reati consumati nel cuore della famiglia, si hanno difficoltà a reperire testimoni e, tante volte, si hanno ritrattamenti.

Non poteva non farsi cenno ai casi in cui il femminicidio avviene dopo la scarcerazione del violentatore; e questa è stata l’osservazione di una donna del pubblico presente, alla quale è seguito il ragionamento con cui si è fatto riferimento al fatto che, nonostante i passi avanti della normativa ed i diversi strumenti di tutela, la prevenzione purtroppo non è assicurata a causa di un inefficace coordinamento sinergico tra le istituzioni, sebbene siano stipulati numerosi protocolli d’intesa.

Tra questi, quello di cui va più fiera la CEDAV riguarda l’Ufficio scolastico provinciale, retto dal prof. Stello Vadalà, col quale sono stati programmati incontri formativi nelle scuole, proprio per ritornare sul fatto che la violenza si possa sconfiggere agendo sulla formazione e quindi facendone un caso di cultura; come tra l’altro ha detto il sindaco Pino, facendo riferimento al fatto che non sia sufficiente la risposta giudiziaria, e riparando alla mancanza evidenziata dal rettore Privitera.

In tal senso, l’auspicio che iniziative di sensibilizzazione come quella odierna si ripetano numerose, “affinchè se ne parli tantissimo”, è stato espresso, in conclusione, da tutti i relatori, che hanno ringraziato per il suo prezioso contributo organizzativo l’avv. Maria Concetta Santamaria della FIDAPA di Barcellona P.G.