Condividi:

Simone Cristicchi, con la canzone “Abbi cura di me”, ha vinto il 69° Festival della Canzone Italiana di Sanremo.

Non è un errore di scrittura e non siamo dei visionari in quanto i risultati ufficiali rimangono, ma qui stiamo parlando del “vincitore nella sostanza” che non può essere colui che effettivamente giuria di qualità e giornalisti hanno fatto vincere. È certo che il brano di Mahmood è attualmente il più ascoltato, il più scaricato, un tormentone che, sia in positivo che in negativo, è sulla bocca di tutti, dal negoziante sotto casa al Ministro dell’Interno, dalla badante del nonnino alla studentessa che fa “campagnola”. Purtroppo però rimarrà sempre marchiato dal dubbio che sia stata una vittoria dimezzata.

Il vincitore sostanziale non può essere neanche il “secondo… Ultimo” – di nome e di fatto, vedremo – infatti il verdetto frutto del regolamento sottoscritto dai cantanti partecipanti va accettato sportivamente anche dal secondo classificato, ventenne della borgata romana di San Basilio, che pur avendo in parte ragione è passato dalla parte del torto per la volgare reazione avuta nei confronti di alcuni giornalisti; Ultimo non ha vinto pur essendo stato primo al televoto, però diciamolo a chiare lettere, la sua canzone è certamente meno originale di quella di Mahmood e convinse maggiormente lo scorso Sanremo, mentre in questa circostanza ha scimmiottato, e pure maluccio, il più noto collega Tiziano Ferro.

Altri giornalisti poi – quest’anno la stampa ha voluto far da protagonista – hanno sbeffeggiato nella conferenza stampa di chiusura del festival da parte degli artisti sul podio, i terzi classificati ovvero i ragazzi de Il Volo, anche questo un gesto molto brutto. Ma “i tre tenorini” devono rendersi conto che non bastano tre bellissime voci ed una melodia per nobilitare una canzone apparsa appena sufficiente ai più.

Per l’Ariston la vera vincitrice morale è stata Loredana Berté, arrivata quarta, ed a tal proposito è stata inscenata quasi una sollevazione popolare quando si è saputo che non sarebbe salita sul podio. Ma anche in questo caso obiettivamente Loredana divide il Paese fra chi la ama e chi la odia. Sicuramente di qualità, anche se “di nicchia”, la canzone di Daniele Silvestri che ha fatto incetta di premi conquistando quello della Critica dedicato a Mia Martini, certamente il riconoscimento più prestigioso per chi partecipa a Sanremo. Ma come detto si tratta di un pezzo che non arriva a tutti e può risultare “ostico”, pur essendo probabilmente la canzone qualitativamente migliore.

Questa 69esima edizione rimarrà negli annali come “indimenticabile” – non certo in positivo – per le tantissime polemiche che si sono scatenate e che continuano ancora a riempire i tg nazionali, i social, le chiacchierate fra amici, quando è già passata esattamente una settimana dalla fine della rassegna canora più amata/odiata dagli italiani. Ma fateci caso, in questi giorni nessuno ha parlato di una canzone, nessuno ha recriminato sul suo piazzamento, probabilmente perché si tratta di un pezzo che “vola alto”, al di sopra di tutte queste brutture viste e sentite in questi giorni.

Parliamo di Simone Cristicchi, quinto assoluto nella classifica finale, e che ha vinto il premio per la miglior interpretazione e quello per la miglior composizione musicale. Per noi il “vero” vincitore del Festival di Sanremo 2019 è proprio lui. È notizia di questi giorni che un sacerdote di Sanremo gli abbia chiesto l’autorizzazione ad utilizzare alcuni versi nelle sue omelie… “Abbi cura di me” è amata in modo trasversale, da tutti, oltre che dagli uomini di Chiesa anche dai critici, dalle persone semplici, quelle che amano le canzoni basate sulle emozioni; il mondo della scuola poi si è immediatamente innamorato di “Abbi cura di me” con studenti che hanno creato tanti gruppi Facebook e docenti che vogliono usare le parole della canzone per i loro esercizi di analisi testuale. La scuola è il luogo in cui quotidianamente si forgiano cultura ma anche umanità. Intanto lo stesso Cristicchi ha chiarito il senso più profondo della sua canzone, una sorta di preghiera di Dio all’uomo, in cui gli chiede di aver cura di lui per far sì che vinca il bene sul male, per favorire il trionfo dell’Amore incondizionato, perché Dio è Amore.