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I Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno concluso una complessa indagine di
Polizia Economico Finanziaria con la denuncia per il reato di bancarotta fraudolenta di un
noto imprenditore, ritenuto responsabile di aver sottratto dalla massa attiva fallimentare di una
società operante nel settore della lavorazione delle pietre e del marmo quasi due milioni di
euro.
Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Sant’Agata di Militello e coordinate
dal Gruppo di Milazzo, sono state dirette dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Patti,
dott. Andrea Apollonio.
Gli accertamenti si sono rivelati complessi a causa della notevole mole di documentazione da
analizzare e sono stati sviluppati attraverso l’accurata analisi dei bilanci e delle scritture
contabili, che si sono rivelate fondamentali per riuscire a delineare il quadro accusatorio nel
suo complesso.
L’approfondimento dei controlli dei conti correnti della società ha consentito ai Finanzieri di
rilevare alcune incongruenze che li ha portati a scoprire una macroscopica distrazione di
denaro realizzata per mezzo dell’annotazione in contabilità di passività inesistenti.
In tal modo, l’indagato è riuscito a sottrarre quasi due milioni di euro dalle casse aziendali.
L’attività è proseguita con l’ulteriore verifica fiscale finalizzata a proporre il recupero a
tassazione delle somme di cui l’amministratore si era indebitamente appropriato. Gli
investigatori hanno, altresì, segnalato l’imprenditore all’Autorità Giudiziaria anche per il reato
di omessa dichiarazione.
Grazie alla gravità degli elementi raccolti, la Procura di Patti ha chiesto e ottenuto dal locale
Tribunale l’emissione di un decreto di sequestro preventivo, a firma del Giudice per le indagini
preliminari – dott. Eugenio Aliquò, per oltre due milioni e seicentomila euro, riferiti sia alle
distrazioni accertate che all’evasione contestata all’indagato. Il provvedimento, che è stato
eseguito in questi giorni dai militari, ha riguardato le liquidità ed i beni rinvenuti nella
disponibilità dello stesso.
L’operazione testimonia il costante impegno profuso dal Corpo nella lotta alle frodi di natura
economico-finanziaria, che costituiscono un grave danno per gli imprenditori onesti ed un
fattore destabilizzante per il buon andamento dell’economia legale nel suo complesso,
finalizzato ad un sempre più incisivo contrasto all’accumulo di ricchezze di provenienza
illecita.