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Atmosfera delle migliori, quella che ha affascinato la serata santangiolese, grazie alle armonie provenienti dal palco, immerso in una bellissima scenografia naturale, schiarita dalla delicata luce di una splendida luna piena, che lo sormontava con eleganza.

Ma tutto questo non sarebbe stato lo stesso se i protagonisti non fossero stati loro, i “sempre Nomadi”, che, la notte scorsa, hanno festeggiato, insieme al loro affezionatissimo pubblico, il compleanno del leader Beppe Carletti.

Generoso come sempre, il loro spettacolo ha emozionato i cuori per ben 2 ore e mezza, con la stupenda voce di Yuri Cilloni, le ballate al ritmo frenetico della batteria di Daniele Campani, la lirica suscitata dalle tastiere di Beppe Carletti e dal violino di Sergio Reggioli, senza dimenticare le corde rock di Cico Falsone (chitarra) e Massimo Vecchi (basso).

Ben 27 brani, uno solo del loro ultimo album “Solo esseri umani”, (Contro, Ma che film la vita, Noi non ci saremo, Frasi nel fuoco, Milleanni, Dove si va, Sangue al cuore, Il fiore nero, La mia terra, Ti lascio una parola, Auschwitz, Se non ho te, Il vecchio e il bambino, Una storia da raccontare, Salvador, Il paese delle favole, Marinaio di vent’anni, C’è un re, Gli aironi neri, Un pugno di sabbia, Io voglio vivere, Ho difeso il mio amore, Io ci credo ancora, Un giorno insieme, Canzone per un’amica, Dio è morto) hanno esaltato il pubblico, molti giovani, tante famiglie, invitato a riflettere, col consueto messaggio di speranza, su temi sociali (guerra, oppressioni, pena di morte, contraddizioni del mondo), amore, amicizia e la bellezza della vita nonostante tutto.

L’insicurezza causata dalle guerre e l’armonia della vita che prevale sul suo caos ha dichiarato a caldo essere stati i concetti che l’hanno maggiormente colpita, la giovane fan Francesca, quando insieme al gruppo e al pubblico cantava “dove si va, come si fa, se vivere da queste parti è come tirare a sorte” e “siamo fatti di sole e di amore, di sangue e dolore, con mille anni dentro altri mille nel cuore, questa fame di vita, la tua sfida infinita che non muore mai”.

Non è mancato il solito intervallo di “Bella ciao”, al quale si è aggiunta “Vitti ‘na crozza”, folkloristicamente accompagnata dal violino del M° Reggioli.

“Io vagabondo”, festosamente cantata e ballata da tutti, ha concluso la bellissima serata, ottimamente organizzata, dopo i saluti del sindaco Francesco Paolo Cortolillo, che, si è scoperto essere un fan dei Nomadi per aver inserito nella toponomastica del comune la via Augusto Daolio e per averli rivoluti a Sant’Angelo di Brolo, dopo 25 anni.

Il buon rientro a casa dei Nomadi ci è stato augurato al ritmo, scandito dai salti e dal battito delle mani, della sigla della “Eurovisione”, il “Te Deum” di Charpentier, con tanto di fuochi di artificio, saliti al cielo da dietro al palco.

Luigi Politi